20 dicembre 2018

FILM al cinema - "Roma" di Alfonso Cuaròn

(contiene spoiler)

Un film in bianco e nero, ambientato in Messico negli anni '70, dalla durata considerevole (135') e dalla narrazione programmaticamente lenta, che si frantuma in una serie di episodi ed aneddoti apparentemente non funzionali allo svolgimento della vicenda, girato con uno stile fluido ed avvolgente, anch'esso indugiante spesso - come la sceneggiatura - su dettagli e punti di vista inconsueti, in una maniera che sembra afinalistica.
Roma richiede un certo impegno allo spettatore, soprattutto all'inizio. Ma se ci si fa trasportare nel suo mondo, attraverso la sua accurata messinscena, si scopre alla fine di aver assistito ad un'opera d'arte senza quasi essersene accorti, tanto lentamente, con calma e con dolcezza, si è stati condotti in profondità. I personaggi prendono corpo pian piano lungo l'arco del racconto per poi stagliarsi nella memoria spettatoriale in maniera tanto intensa quanto vivida. Si partecipa alle loro più che altro dolorose vicende con estrema empatia ma senza essere ricattati dal sentimentalismo o dal melodramma, grazie ad un approccio stilistico che raffredda in parte la materia narrata: i dialoghi sembrano "sussurrati", le emozioni contenute nel perimetro della dignità umana, il bianconero della fotografia e le soluzioni formali della regia distanziano gli eventi in un "altrove" spaziotemporale a metà tra l'intimità del ricordo e lo spessore - embrionale - del mito. Le immagini possiedono un'evidenza plastica che parla quasi da sola e alcune inquadrature sono dotate di una icasticità che lascia il segno, frutto di una notevole sensibilità dello sguardo. Che ci lascia soprattutto il ritratto di due figure femminili di grande umanità, le quali solidarizzano tra loro nonostante i possibili steccati culturali (e di classe), in un mondo dove gli uomini sono assenti (o peggio).

Pier

Nessun commento:

Posta un commento