27 dicembre 2012

FILM AL CINEMA - "La bicicletta verde" ("Wadjda") di Haifaa Al Mansour


Attraverso uno stile sobrio ed una narrazione misurata, "Wadjda" presenta un approccio realistico che cerca di far parlare direttamente i fatti: in tal senso appare fondamentale la selezione del rappresentato ai fini della trasmissione di un messaggio che, seppur indirettamente, possa risultare chiaro e coinvolgente. Queste almeno sembrano essere le intenzioni dell'autrice.
La bambina che dà il titolo al film vorrebbe esprimere la sua personalità in un contesto che le nega questa possibilità e persegue la sua aspirazione in modo tenace ma non apertamente conflittuale: dal desiderio della bicicletta all'inserimento del suo nome nell'albero genealogico familiare, fino alla partecipazione alla gara scolastica al puro scopo di ricevere il compenso spettante al vincitore per poter realizzare i suoi sogni. Trova complicità nel cugino e nella madre, mentre il padre risulta una figura non troppo presente. L'ambiente scolastico è descritto come alquanto repressivo, senza per questo cadere nella banalità di distorcere in modo caricaturale i personaggi che lo rappresentano istituzionalmente, come si può notare con la preside, donna autoritaria ma non priva di contrasti, bella ed austera al contempo, che esprime un rapporto di attrazione-rifiuto nei confronti della bambina, di cui apprezza in ogni caso l'intelligenza. 
Nonostante alcuni momenti più distesi e qualche spunto da commedia, il registro è per lo più drammatico. La storia viene raccontata adottando un tono sommesso e le emozioni sono rappresentate con una modalità contenuta: il percorso narrativo, cadenzato dagli eventi quotidiani e privo di snodi d'impatto, può rivelarsi quindi un po' monocorde, col rischio di appesantire a tratti lo spettatore. Si può percepire in alcuni passi una certa lentezza ma questo non impedisce la partecipazione, che rimane alta fino alla fine. E il pregio maggiore del film sta nel proporre una vicenda sofferta ma con uno sguardo aperto alla speranza, proprio come quello della protagonista.
Pier

1 commento:

  1. Essere donne in Arabia Saudita e non poter nemmeno guidare.

    Essere bambine in Arabia Saudita e non poter nemmeno andare in bicicletta.

    Per tutte tranne che per la giovane protagonista Wadjda coraggiosa, testarda ed impertinente, speranza per un futuro diverso in un mondo lontano anni luce dalla realtà femminile occidentale.

    Film mai pesante anche se a tratti un po’lento, ben costruito e girato. Immagini convincenti, fotografia veritiera. Visione assolutamente godibile.


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