3 giugno 2015

FILM - "Mia madre" di Nanni Moretti

Stare dietro la macchina da presa offre la possibilità di rielaborare in chiave salvifica situazioni irrisolte e drammi personali. Nanni Moretti non si lascia sfuggire l’occasione raccontando, a distanza di quattordici anni da La stanza del figlio, il tema del lutto, questa volta legato alla morte della madre, avvenuta nel 2010. Decide però di non ricoprire il ruolo del protagonista, affidandolo alla brava e convincente Margherita Buy, che interpreta chiaramente un alter ego femminile dell'autore. Scelta questa che si rivela sin da subito azzeccatissima, come quella degli altri due attori che vestono i panni rispettivamente della madre (la bravissima Giulia Lazzarini) e dell’eccentrico Barry (un esilarante John Turturro).
Tutto l’impianto del film è ben calibrato, non solo grazie alla capacità espressiva degli interpreti ma, soprattutto, a quel tocco nel racconto - tipicamente morettiano - che i suoi fan non faranno fatica a riconoscere. Ne vien fuori una descrizione niente affatto pesante che riesce a mantenere inalterata una certa dose di dolcezza (mai apertamente dichiarata), talvolta perfino toccante pur senza eccessi.
Lo stile del regista romano è, come sempre, personalissimo, impeccabile, di gusto ed efficace; non manca mai l’ironia sagace così come qualche prudente risata. Il film è godibilissimo per chiunque abbia voglia di misurarsi con una tema non facile - ma pur sempre affrontabile - senza correre il rischio di sprofondare in facili tristezze. Moretti, tramite Margherita Buy, sa mettersi in gioco, rendersi credibile pur prendendosi in giro, rappresentarsi nei suoi umanissimi difetti (e questo non può che farci annuire e sorridere), mantenere la descrizione ad un livello assolutamente coerente con le sue consuete scelte registiche. Il film si chiude senza scossoni, anzi, con quella dose di apertura alla vita che non guasta affatto e che rende l'opera ancora piu' credibile.
Alelisa

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