Avviso: l'articolo rivela dettagli della trama del film
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Quando si dice "andiamo a vedere un film leggero perché voglio distrarmi allegramente" io personalmente consiglio, in barba ai cine-panettoni o ai prodotti demenzial-italiani, una visione come questa: "L'ultima ruota del carro". Nulla di nuovo, tantomeno impegnativo ma godibile e divertente, l'ultimo film di Giovanni Veronesi ci racconta la storia vera del suo autista, Ernesto Fioretti. Quarant'anni di vita vissuta a Roma, tra gli anni di piombo ed i giorni nostri. Niente di nuovo: il ragazzino fragile e sfigato a cui nessun compagno di gioco passa mai il pallone, che poi crescendo è succube del padre buzzurro che ne impedisce una realizzazione professionale. Più tardi lo ritroveremo camionista trasportatore e poi in balia di vari mestieri: testimone inconsapevole delle furberie politiche dei tempi di tangentopoli. Il buon Ernesto però, ingenuo e puro, si sposerà con una dolce fanciulla, Angela, che gli darà un bambino e gli resterà sempre accanto con amore. Questo ed il suo buon carattere, saranno la sua forza e la sua integrità. Fino in fondo, mentre le avversità della vita faranno di tutto per abbatterlo. Sempre e comunque i suoi occhi rimarranno quelli del fanciullo.