In occasione dell'uscita al cinema de "Le Meraviglie", in sala proprio in questi giorni, ecco una recensione del primo film della Rohrwacher
La formazione di Marta, un’adolescente tornata a vivere in provincia, dove sembrano regnare solo il bigottismo, il consumismo e l’ignoranza. E’ questa la storia narrata nell’opera prima dalla regista italo/tedesca Alice Rohrwacher. Lo scenario che ci viene prospettato risulta sin da subito coerente con la realtà che si intende descrivere. Laggiù, in quella cittadina del Sud, chi dovrebbe insegnare religione pare interessato soprattutto alla politica (lo sguardo impassibile del parroco del paese, l’attore Salvatore Cantalupo, è disarmante), gli altri ecclesiastici sembrano più simili a uomini d’affari che a uomini di fede, la preparazione al sacramento della Cresima sembra essere l’unico momento di convivialità, ma privo di ogni significato spirituale.
La formazione di Marta, un’adolescente tornata a vivere in provincia, dove sembrano regnare solo il bigottismo, il consumismo e l’ignoranza. E’ questa la storia narrata nell’opera prima dalla regista italo/tedesca Alice Rohrwacher. Lo scenario che ci viene prospettato risulta sin da subito coerente con la realtà che si intende descrivere. Laggiù, in quella cittadina del Sud, chi dovrebbe insegnare religione pare interessato soprattutto alla politica (lo sguardo impassibile del parroco del paese, l’attore Salvatore Cantalupo, è disarmante), gli altri ecclesiastici sembrano più simili a uomini d’affari che a uomini di fede, la preparazione al sacramento della Cresima sembra essere l’unico momento di convivialità, ma privo di ogni significato spirituale.