Rocambolesca, movimentata, colorata, la rivisitazione coreana del cult movie leoniano “Il buono, il brutto e il cattivo” colpisce più per la spettacolarità che per la trama, abbastanza stiracchiata al punto da rimanere piuttosto di contorno rispetto ai momenti d’azione. Ed infatti l’abile regista, molto astutamente, cattura l'attenzione dello spettatore catapultandolo in una serie di sparatorie pirotecniche ed inseguimenti acrobatici, messi in scena con un ritmo mozzafiato e attraverso vertiginosi movimenti di macchina. Come nella epica, volutamente esagerata e prolungata, sequenza finale dell'inseguimento di massa nel deserto della Manciuria in cui convergono tutti - dalla banda del cattivo ai predoni, fino all'esercito giapponese - sulle note di “Don’t Let Me Be Misunderstood" dei Santa Esmeralda...Una baraonda!