9 dicembre 2023

FILM al cinema - "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi


(contiene spoiler)

C'è ancora domani è un film indubbiamente riuscito nei sui intenti di commedia di costume che affronta temi socialmente rilevanti. La sceneggiatura (di Furio Andreotti, Giulia Calenda e della stessa Cortellesi) dipana la vicenda per successive stazioni narrative in modo decisamente coinvolgente, con un vero e proprio "pezzo di bravura" nell'epilogo, capace di restituire il senso di una notevole e crescente suspense: abilità professionale in sede di scrittura, unita ad una collaudata conoscenza delle convenzioni cinematografiche del cinema di genere. 

L'ambientazione (siamo nella Roma dell'immediato Dopoguerra, con le truppe statunitensi ancora a presidiare la città) e la fotografia - in un bianco e nero stilizzato in direzione dell'effetto retrò - situano la pellicola nell'ambito dell'operazione dichiaratamente manierista, che si richiama al nostro cinema di una volta, dal neorealismo agli albori della commedia all'italiana. I personaggi sono tutti delineati in modo da rimanere impressi nello spettatore, da quelli che hanno più spazio e spessore fino a tutti i comprimari, sempre acutamente caratterizzati; l'ottima interpretazione degli  attori fa il resto. Da segnalare anche il notevole contrappunto delle scelte musicali.

Dal punto di vista espressivo il film raggiunge quindi un buon risultato nell'ambito del suo esplicito manierismo cinematografico mentre affronta temi sociali di notevole importanza e attualità, proponendo una storia di sofferenza - raccontata con una certa leggerezza - che diviene anche presa di coscienza e volontà di riscatto, pur non dimenticando l'approccio realistico adottato. Il finale ribadisce inoltre, con un'efficace messinscena che ha il respiro dell'autentico cinema popolare, l'importanza di rinnovare la memoria relativa alla conquista di diritti che magari oggi possono essere dati per scontati. 

Non manca però qualche perplessità sotto il profilo esistenziale (sul quale verte l'interesse di questo sito). Se la prima parte si concentra nel dipingere un ambito familiare ed un contesto socio-culturale in modo critico, facendo empatizzare lo spettatore con la protagonista, lo sviluppo successivo della narrazione, dedicato alla reazione della stessa a quel contesto, la ritrae in una luce a tratti ambigua. Ripartiamo a ritroso sempre dalla sequenza conclusiva, nella quale lo spettatore è indotto a credere che lei stia per fuggire con il suo amore di gioventù lasciando il marito oppressivo mentre invece il suo intento è quello di andare ad esercitare il diritto - per la prima volta concesso in Italia alle donne - di votare. All'inizio di questa lunga stazione narrativa si situa la decisione di Delia di non divulgare immediatamente la notizia della morte del suocero, una scelta che, pur nel suo essere moralmente controversa, può risultare comprensibile allo spettatore sia perché l'imminente lutto - con tutte le sue diramazioni sociali - le sarebbe stato d'impaccio per compiere ciò che di costruttivo aveva in mente sia perché il personaggio di lui si era dimostrato a sua volta oppressivo nei suoi confronti. Ancor prima la protagonista compie invece un'azione esplicitamente distruttiva (e assolutamente non realistica rispetto a tutto il contesto filmico) ma al contempo segreta con la quale rovina economicamente l'intera famiglia di quelli che sarebbero stati i suoi ipotetici suoceri e condiziona la vita dell'ignara figlia, sostituendosi a lei nella determinazione del suo futuro. E' proprio questo episodio che non consente di recepire la protagonista come eroina (ed il suo modello comportamentale come esemplare) ma semplicemente come un personaggio ben tratteggiato nella sua complessità e nei suoi chiaroscuri all'interno di una rappresentazione sapientemente orchestrata.

Pier

4 commenti:

  1. Anonimo9/12/23

    Grazie Pier, ottima recensione. Per me un piccolo capolavoro. La scelta del bianco e nero che richiama il neorealismo ma lo ripropone in una veste nuova mi è sembrato davvero originale come anche la scelta della colonna sonora. Veramente ben fatto.

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    1. Grazie per l'apprezzamento della recensione...

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  2. Grazie Pier per questa recensione, mi ha portato in sala una seconda volta. Cosa aggiungere...
    "C'è ancora domani" mi è piaciuto. Ho apprezzato molto i brani musicali scelti e la loro collocazione nel film, li ho trovati spiazzanti ed efficaci.
    Il finale è una bella sorpresa, come un regalo per lo spettatore.

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    1. Ciao Anna e benvenuta su Cinequale! Grazie a te per il tuo contributo..

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