21 febbraio 2025

FILM in home video - "Io vivo altrove!" di Giuseppe Battiston

(contiene spoiler)

Può il cinema raccontare il lutto, la perdita di una persona cara, senza scadere nei luoghi comuni o nel sentimentalismo? Io vivo altrove!, opera prima di Giuseppe Battiston, prova a rispondere a questa domanda con coraggio e originalità, costruendo un racconto che gioca sul contrasto e sulla dissonanza emotiva.

Il film si apre con una rappresentazione volutamente provocatoria e disturbante: due personaggi caricaturali, quasi delle macchiette, si cimentano in una realtà che non appartiene loro. Il titolo stesso, Io vivo altrove!, evoca una sensazione di estraneità, di sradicamento, sia fisico che esistenziale. Battiston sceglie due archetipi ben riconoscibili: il "mammone" e il "topo di biblioteca", figure che incarnano la goffaggine e l'incapacità di adattarsi a un ambiente che richiede ben altre competenze e sensibilità. Il ritorno alla natura, spesso celebrato come un percorso di riscoperta o redenzione, qui diventa uno strumento narrativo per mettere in evidenza l'inadeguatezza dei protagonisti. La loro goffaggine non sfocia mai in una vera e propria comicità liberatoria; al contrario, sfiora il ridicolo, sottolineando una stupidità quasi programmatica che amplifica il disagio dello spettatore. 

Tuttavia, proprio attraverso questa rappresentazione grottesca, il film costruisce il terreno per un ribaltamento emotivo potente. Il colpo di scena finale - la rivelazione che il protagonista non ha perso solo la moglie, come dichiarato sin dall'inizio, ma anche la figlia venticinquenne - agisce come un detonatore emotivo. Questa scoperta rilegge retrospettivamente le vicende precedenti, trasformando situazioni apparentemente futili e ridicole in tasselli di un mosaico tragico. Il dolore, che sembrava assente o relegato ai margini della narrazione, emerge improvvisamente con una forza dirompente, dando un nuovo significato a ogni gesto, ogni dialogo, ogni silenzio.

La tecnica del contrasto narrativo utilizzata da Battiston richiama, in modo sottile ma efficace, I demoni di Dostoevskij. Anche nel romanzo, una prima parte dominata da convenzioni sociali e episodi apparentemente superficiali viene sovvertita da un evento drammatico che ridisegna il senso di tutto ciò che è stato narrato. Allo stesso modo, in Io vivo altrove!, la leggerezza iniziale non è altro che una superficie fragile sotto cui si cela un abisso di dolore. 

Le performance dei due protagonisti, Battiston stesso e Rolando Ravello, pur non raggiungendo vette memorabili, risultano funzionali all’intento del regista, contribuendo a definire con coerenza il tono grottesco e dissonante del film. L’unico elemento meno convincente è la sottotrama romantica tra Fausto (Ravello) e la giovane farmacista, una relazione che appare poco credibile sia per la differenza d'età sia per la scarsa integrazione con il contesto emotivo della narrazione. Questa scelta narrativa sembra forzata e rischia di distrarre lo spettatore dal cuore tematico dell'opera.

In conclusione, Io vivo altrove! è un film che affronta la tematica della perdita con una profondità rara, evitando il sentimentalismo grazie ad un uso sapiente del contrasto narrativo e della caratterizzazione grottesca. Battiston dimostra una notevole maturità espressiva, rivelando che, a volte, per raccontare il dolore più autentico, bisogna partire da un "altrove" per poi scoprire che il vero cuore del dramma è sempre stato lì, dove fa più male.

Daniele Ciavatti

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