(contiene spoiler)
Può il cinema raccontare il lutto, la perdita di una persona cara, senza scadere nei luoghi comuni o nel sentimentalismo? Io vivo altrove!, opera prima di Giuseppe Battiston, prova a rispondere a questa domanda con coraggio e originalità, costruendo un racconto che gioca sul contrasto e sulla dissonanza emotiva.
Tuttavia, proprio attraverso questa rappresentazione grottesca, il film costruisce il terreno per un ribaltamento emotivo potente. Il colpo di scena finale - la rivelazione che il protagonista non ha perso solo la moglie, come dichiarato sin dall'inizio, ma anche la figlia venticinquenne - agisce come un detonatore emotivo. Questa scoperta rilegge retrospettivamente le vicende precedenti, trasformando situazioni apparentemente futili e ridicole in tasselli di un mosaico tragico. Il dolore, che sembrava assente o relegato ai margini della narrazione, emerge improvvisamente con una forza dirompente, dando un nuovo significato a ogni gesto, ogni dialogo, ogni silenzio.
La tecnica del contrasto narrativo utilizzata da Battiston richiama, in modo sottile ma efficace, I demoni di Dostoevskij. Anche nel romanzo, una prima parte dominata da convenzioni sociali e episodi apparentemente superficiali viene sovvertita da un evento drammatico che ridisegna il senso di tutto ciò che è stato narrato. Allo stesso modo, in Io vivo altrove!, la leggerezza iniziale non è altro che una superficie fragile sotto cui si cela un abisso di dolore.
Le performance dei due protagonisti, Battiston stesso e Rolando Ravello, pur non raggiungendo vette memorabili, risultano funzionali all’intento del regista, contribuendo a definire con coerenza il tono grottesco e dissonante del film. L’unico elemento meno convincente è la sottotrama romantica tra Fausto (Ravello) e la giovane farmacista, una relazione che appare poco credibile sia per la differenza d'età sia per la scarsa integrazione con il contesto emotivo della narrazione. Questa scelta narrativa sembra forzata e rischia di distrarre lo spettatore dal cuore tematico dell'opera.
In conclusione, Io vivo altrove! è un film che affronta la tematica della perdita con una profondità rara, evitando il sentimentalismo grazie ad un uso sapiente del contrasto narrativo e della caratterizzazione grottesca. Battiston dimostra una notevole maturità espressiva, rivelando che, a volte, per raccontare il dolore più autentico, bisogna partire da un "altrove" per poi scoprire che il vero cuore del dramma è sempre stato lì, dove fa più male.
Daniele Ciavatti
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