2 luglio 2014

FILM - "Monster" di Patty Jenkins

Ci sono storie che più velocemente di altre riescono ad entrarci dentro e ad andare dritte giù, tutte d'un fiato, in un colpo solo, duro, tremendamente vero, quasi cruento, sempre più giù ed ancora di più.
 Eppure, in qualche modo, quella sferzata cosi' forte ha una bellezza tutta sua. Quella dell'emozione densa, del coinvolgimento pieno, tondo, in un'esperienza che pare lontanissima ma improvvisamente possibile, perché in realtà ad un passo da noi, sventata forse per un caso, per la sorte beffarda che ha travolto qualcun altro al posto nostro. Si resta così di stucco, inebetiti, come ubriachi di fronte ad una tale verità tanto umana e vicina quanto dimenticata. 
Ci sono - poi - film che queste storie riescono a raccontare benissimo, grazie alla forza di un impianto narrativo più che convincente ed alla bravura di attrici capaci di esprimersi anche con l'intensità di un corpo brutalmente trasformato (davvero unica nella parte Charlize Theron, brava anche la co-protagonista Christina Ricci). Regia altrettanto convincente quella dell’esordiente Patty Jenkins, di stampo tutto femminile trattandosi di storia squisitamente in chiave rosa scuro. Nessuna forzatura e nemmeno sbavature nella sceneggiatura. Anche la voce narrante della protagonista non e' mai fuori contesto; sfugge, poi, alle espressioni facili e superficiali.
Sofferenza profonda, rabbia incontenibile, fame atavica d'amore, radicato disagio esistenziale riempiono quel che resta della vita rovinosa di Aileen, un tempo bambina sognante e poi, gia' a tredici anni, prostituta senza futuro. Perché per lei il motto "finché c'è vita c'è speranza" non trova proprio spazio, ma solo tanta - ed inevitabile - comprensione.
AleLisa

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