4 dicembre 2015

FILM al cinema - "Gli ultimi saranno ultimi" di Massimiliano Bruno

Stavolta Massimiliano Bruno prende decisamente le distanze dal registro espressivo che lo ha sin qui contraddistinto nella regia dei suoi film. Infatti, nella trasposizione cinematografica della storia di Luciana e Stefano (già raccontata con toni altrettanto forti in teatro), le risate lasciano il posto a sorrisi spesso troppo amari, la vita reale alla quotidianità più difficile e cruda, la commedia giocosa ed intelligente al dramma e alla denuncia sociale.
Determinante per la riuscita del film e' l'interpretazione - davvero eccellente - di Paola Cortellesi (Luciana), protagonista indiscussa accanto ad un umanissimo Alessandro Gassman (Stefano), che la supporta facendole quasi da spalla. Tutti gli altri personaggi che ruotano attorno ai due attori principali risultano adattissimi ai dialoghi e alle situazione rappresentate. Quasi "fuori fuoco", invece, risulta Fabrizio Bentivoglio (Antonio) il quale, seppur bravo, convince poco nella parte del poliziotto trasferito per punizione. 
Tutta la vicenda, comunque, risulta ben descritta e scorre fluidamente grazie ad una sceneggiatura coerente priva, quindi, di incrinature e cali espressivi. Dialoghi ben calati nel contesto sociale di riferimento, buone inquadrature, qualche trovata simpatica ed accattivante rendono ancora più credibile il film, nel quale, a ben vedere, altri drammi, ciascuno con la propria specificità ed un'intima intensità, si aggiungono a quello centrale della coppia protagonista.
Colpisce la naturalezza con cui tante piccole e grandi verità con cui ci scontriamo quotidianamente possano trovare uno spazio rappresentativo così tremendamente convincente. La verità è davvero davanti a noi e non ci viene né camuffata, né esibita retoricamente, né, infine, descritta con caratteristiche diverse da quelle - spesso violente e brutali - che ha. Il finale avrebbe forse richiesto uno sforzo in più perché apre al dubbio interpretativo ma si può supporre che Massimiliano Bruno non abbia voluto rinunciare del tutto al suo consueto lessico positivo. Resta comunque difficile ritenere che il film sia in grado di aiutarci a vivere.
AleLisa

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