20 settembre 2021

FILM sul tema "Fantasia e realtà" - Il western all'italiana e la trasfigurazione ico(iro)nica della realtà


Con Per un pugno di dollari di Sergio Leone (1964) il western si spoglia dei riferimenti storici per divenire uno spazio puramente mitico, con una nuova estetica della messinscena altamente suggestiva (sia nelle scelte di regia che nella colonna sonora) a base di personaggi archetipici (a partire dallo Straniero senza nome interpretato da Clint Eastwood) e di un certo pessimismo. 

Da questo approccio discende il western cosiddetto "gotico" (caratterizzato dall'accentuazione della violenza e dalla cupezza delle atmosfere), che vede il suo campione in Sergio Corbucci, autore del celebre Django (1966), con Franco Nero nel ruolo di un pistolero nerovestito e con tanto di bara al seguito. In questo sentiero si colloca la serie di Sartana inaugurata dal film di Gianfranco Parolini ...se incontri Sartana prega per la tua morte (1968), il cui protagonista (interpretato da Gianni Garko), sornione e a sua volta vestito di nero, si definisce un becchino e sfodera dei gadget alla 007. E' un personaggio iconico, erede dello Straniero senza nome e di Django. 

Qualche anno ancora e si afferma la declinazione farsesca del western, che trova il suo esempio paradigmatico nei due Trinità di Enzo Barboni (1970-71), dove la violenza viene stemperata dalla comicità ripresa dalla slapstick comedy, con acrobatiche risse al posto delle sparatorie.

Quando la strada di Sartana incontra quella di Trinità l'ibridazione produce risultati particolari, come Gli fumavano le colt...lo chiamavano Camposanto di Giuliano Carnimeo (1971), dove si mescolano paradossalmente personaggi archetipici (come il protagonista, sempre interpretato da Garko) e altri che sembrano provenire dalla commedia, apparato mitico della messinscena (grazie soprattutto alla colonna sonora di Bruno Nicolai) e demitizzazione ironica affidata ai dialoghi o alle situazioni, momenti dal passo epico e scene esplicitamente farsesche. 

Al di là del risultato espressivo, ciò che risulta interessante è proprio quella che si potrebbe chiamare la trasfigurazione ico(iro)nica della realtà operata da film come questo: dal punto di vista esistenziale sembra rispecchiare la tendenza post-moderna di parte dell'umanità contemporanea, che ha bisogno di miti artistici ma spesso non riesce a prenderli sul serio. L'effetto dell'estetizzazione operata da un film può essere anche molto potente e trasportare lo spettatore in un mondo fantastico nel quale evadere o trovare una semplificazione delle proprie vicende ma l'ironia lo riporta alla realtà, spesso assai più complessa, del quotidiano, dove vengono messi alla prova dei fatti i valori che le opere di fantasia possono trasmettere.

Pier


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