15 aprile 2022

FILM al cinema - "Dune" ("Dune: Part One") di Denis Villeneuve


Se si evita di fare paragoni con il Dune di David Lynch del 1984 (questo di Villeneuve non è un remake ma un nuovo film tratto dallo stesso romanzo) e ci si lascia prendere dalla narrazione si può accedere, come accade anche con altre opere, a quella sospensione dell'ordinario operata sulla coscienza dalla fantasia che può paradossalmente ricondurre a se stessi nell'attimo presente, regalando allo spettatore un benefico arresto dei meccanismi consuetudinari della cognizione in favore di un'immersione intuitiva nelle proprie potenzialità creative. 

Questo è uno dei grandi risultati esistenziali dell'arte, spesso proprio di quella con una valenza archetipica, come nel caso di questo film, che pure non è perfetto dal punto di vista estetico: sconta qualche lungaggine nell'avvio del racconto, risulta debitore di un immaginario cinematografico derivato da illustri precedenti e ripropone una dimensione mitica in parte risaputa, con l'eroe guerriero rappresentato alle prese con le prove dell'età di passaggio verso l'adultità. E non conclude, come va di moda oggi, rimandando ad un successivo capitolo (ma va riconosciuto che il titolo originale è onesto in tal senso). D'altro canto la narrazione risulta nel complesso estremamente coinvolgente, l'impatto visivo è notevole e le atmosfere sono molto ricercate (cupe ed intense, espressivamente coerenti con gli ultimi film fantascientifici del regista) anche grazie al fondamentale contrappunto della colonna sonora di un Hans Zimmer più ipnotico ed insinuante che apertamente impattante come nei film di Christopher Nolan (ad oggi forse le sue più alte realizzazioni musicali al cinema). Anche il cast è ben assortito e pienamente efficace. Restiamo quindi in attesa del secondo capitolo.

Pier 

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