21 marzo 2023

FILM al cinema - "Everything Everywhere All at Once" di The Daniels

(contiene spoiler)

Prendete Mr. Nobody di Jaco Van Dormael (Belgio/Canada/Francia/Germania 2009), declinatelo in chiave kung-fu action ibridandolo con The Matrix delle Wachowski (USA 1999), aggiungete un’abbondante dose di meticciato culturale sino-statunitense, espliciti richiami al multiverso ed una propensione al grottesco…ed ecco più o meno il film dei The Daniels.

Questo non per sminuire il risultato ma per inquadrarlo nella giusta prospettiva, data la visibilità che l’opera può avere a causa della vittoria di diversi Oscar mentre Mr. Nobody qui da noi non è neppure uscito nelle sale.

Everything Everywhere All at Once è un film ben scritto/diretto/interpretato, il quale, cosa non da poco, riesce a stupire con le sue trovate narrativo-immaginifiche da fantascienza filosofico-esistenziale che si richiama visivamente all’eredità del surrealismo e tematicamente – in piena coerenza con The Matrix delle Wachowski - alle tradizioni spirituali asiatiche (soprattutto al Buddhismo Mahayana).

Un patchwork culturale in linea con i tempi, che riesce a parlare allo spettatore contemporaneo e che, nonostante il rischio del nichilismo (sia come tema interno alla narrazione che come uno degli ipotetici risultati della visione) sceglie un epilogo costruttivo capace di riattivare un possibile orizzonte di senso a partire dall’amore reciproco. 

L’attraversamento di tante diverse varianti della vita della stessa persona nel multiverso può essere la contemporanea versione della reincarnazione, con l’esito o del possibile smarrimento nel vuoto inteso come nulla privo di valori o viceversa dell’approdo alla compassione (la protagonista che alla fine combatte non per ferire o distruggere ma per liberare - con i suoi poteri acquisiti tramite la conoscenza delle diverse forme di vita - ogni antagonista dalla sua peculiare sofferenza).

La conclusione comunque, piuttosto che riprendere questo tema della compassione universale, che resta appena accennato, si concentra sull’amore per i propri cari e sulle dinamiche interne ai rapporti familiari. In tal senso il film è accostabile al citato Mr. Nobody (senza averne però la raffinatezza estetica) o al sottotesto presente dietro il virtuosismo spazio-temporale che funge da puro pretesto in opere come Inception (2009), Interstellar (2014) o Tenet (2020) di Christopher Nolan. 

Dal punto di vista espressivo il risultato comunque non manca e, sotto il profilo esistenziale, l’opera offre un approdo che può aiutare a vivere seppur in una modalità un po’ riduttiva rispetto ai presupposti messi in campo.

Pier


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