26 agosto 2014

FILM AL CINEMA - "Il capitale umano" di Paolo Virzì

Molte le chiavi di lettura di questo bel film in cui Paolo Virzì conferma tutta la sua bravura di sempre. Ma una sembra primeggiare su tutte: la messa in scena - senza alcuna fatica espressiva da parte del regista toscano - della profonda crepa che ferisce il nostro tempo ovvero quel contrasto stridente tra l'inconsistente apparenza - che tutto domina e condiziona - e la vera realtà dell’uomo piegata ed asservita al dio denaro, persino negli affetti che, soffocati e frustrati, generano l’infelicità dei singoli. 
Film ad incastro - e ben congegnato sotto tutti i profili (regia, montaggio, recitazione: quest’ultima davvero ottima) - si snoda tra dramma contemporaneo e noir tutto nostrano, accalappiando l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine. Nessun happy end - ovviamente - ma la sottolineatura disincantata della triste, vuota, amara realtà che, con la sua pletora di miseri personaggi, affossa i destini dello Stivale. 
Non manca nessuno a rappresentare questo scadente panorama. L’algido e spregiudicato uomo d’affari che scommette e vince sul disastro italiano, il laido immobiliarista alla conquista impossibile di un "posto al sole" tutto per sé, la solerte psicologa più attenta agli altri che agli affetti più vicini, il giovane rampollo ricco e infelice e per questo dedito all'alcol; infine, la madre di lui che, dopo aver abdicato ad una vita da artista, si e' rifugiata in un mondo illusorio ed inappagante, al quale nemmeno il Natale regala un po’ di calore e di senso. 
Domina ovunque una realtà fredda e distante, priva di valori fondanti: solo il denaro ed il successo acquistano un significato. In un simile contesto, non un solo personaggio può salvarsi da tanto squallore, eccezion fatta per i due giovani - Serena e Luca - i quali, però, saranno costretti a pagare a caro prezzo (soprattutto il secondo) scelte del tutto diverse. A ben guardare chi è "fuori dal gioco" di questo fosco e losco mondo di potere non ha davvero perso nulla nella vita, se mantiene (come Luca ) o riguadagna (come Serena ) il senso profondo dell'esistenza.
AleLisa

1 commento:

  1. Completamente privo di senso appare "Il capitale umano" di Paolo Virzì: nel non riuscito tentativo di commistione tra i diversi registri espressivi della denuncia sociale e dell'introspezione esistenziale, il film sembra rimanere sospeso e non condurre lo spettatore ad alcuna conclusione né estetica né di altro genere. Gli attori sono notevoli ma i personaggi non sempre risultano coerenti e credibili.

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