26 agosto 2014

FILM AL CINEMA - "Spaghetti Story" di Ciro De Caro

Una bella e scoppiettante sorpresa quella del regista Ciro De Caro che, al suo primo lungometraggio, punta dritto sul disagio giovanile dei trentenni di oggi a caccia del lavoro che non c’è. Si ride, e tanto, tra le strade della periferia di Roma, grazie anche all’uso del dialetto che rende davvero godibile la visione del film. Bravissimi tutti e cinque gli attori (spiccano - in particolare - i due amici: l’aspirante "attore" Valerio ed il sedicente "filosofo" Scheggia) che sostengono con grinta ed originalità espressiva - anche mimica - una sceneggiatura curata ed a tratti esilarante (come la vecchia nonna che pensa ancora ai nazisti o Scheggia stesso spassoso nel perorare la sua discutibilissima "etica" di vita).
L’uso della macchina da presa convince non poco - a dispetto dei mezzi utilizzati e dei costi irrisori del film - ed il ricorso all’uso del fuori fuoco rende le immagini molto efficaci e veritiere: i personaggi, gli ambienti, le strade, gli accadimenti risultano così naturali che si entra quasi senza accorgersene nel cuore del racconto, fra le strade spoglie dei sobborghi capitolini. Tutto questo è possibile grazie anche ad una scrittura adeguata e ad una recitazione veloce, perfettamente aderente al contesto scenico. Certo, forse qualche battuta di troppo c’è (mai però volgare), il finale risulta un po’ deludente ed il titolo del film non c’entra affatto con il racconto. Ma l’esordio del trentanovenne cineasta italiano resta comunque molto convincente e lascia veramente ben sperare.
AleLisa

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