15 novembre 2021

FILM sul tema "La noia" - Tipologie del cinema occidentale postmoderno


E' la noia che muove il Jep Gambardella interpretato da Toni Servillo ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino. E per non annoiare lo spettatore il regista si diletta a girare il film con una serie di procedimenti ad effetto che hanno l'indubbio risultato di catturare l'attenzione, nonostante il manierismo insito nell'operazione di ripercorrere l'universo felliniano de La dolce vita


E' sempre la noia uno dei motivi che sembra essere all'origine della "trasformazione" del protagonista di Fight Club di David Fincher, altro regista effettistico nella messinscena, che in effetti si rivela efficacemente orchestrata in un film per altri versi estremamente criticabile. 


Anche lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie sembra proprio annoiarsi se non ha qualche caso da seguire o qualche avventura da vivere. E, anche in questo caso, il regista è un campione di stile ipercinetico e frastornante, in grado di produrre un notevole risultato in termini di coinvolgimento.
Tre personaggi che sembrano animati (anche) dalla noia e tre registi che fanno di tutto per non farla nascere nello spettatore che segue i loro film. In realtà le motivazioni che si nascondono dietro alla presunta noia sono più complesse: la rinuncia alla propria "vocazione" creativa ed esistenziale nel primo caso, la frustrazione data da un lavoro alienante e dalla solitudine affettiva nel secondo, un probabile disturbo dell'umore nel terzo. E i registi hanno in comune sul piano stilistico più di quanto possa apparire dalle tematiche dei loro film, diretti innanzitutto al pubblico occidentale della post-modernità, che può riconoscersi in parte in quella noia rappresentata e che non vuole "annoiarsi" con la visione di film dai ritmi lenti e narrativamente dilatati. 

Pier


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