20 ottobre 2021

Film sul tema "L'amore inquieto" - "An education" di Lone Scherfig (GB 2009)


(contiene spoiler)

Ispirato all'omonimo libro autobiografico della giornalista inglese Lynn Barber, sceneggiato dal celebre scrittore Nick Hornby e diretto dalla regista danese Lone Scherfig, An education è un film di formazione che si ricollega implicitamente a uno dei grandi temi del decadentismo letterario, quale il contrasto tra formazione intellettuale e vita vissuta.

La protagonista è un'adolescente che, nella Londra degli anni '60, si innamora di un uomo molto più grande ed inizia a trascurare gli studi in favore della vita agiata che si può permettere grazie ai soldi di lui. Si dovrà ricredere...

Sceneggiatura estremamente fluida, con ottimi dialoghi e ritmo avvincente; colori scintillanti ed accattivante ricostruzione dell'atmosfera dei Sixties londinesi; regia dinamica e attori in ottima forma: il film è indubbiamente riuscito e coinvolge dall'inizio alla fine. 

L'amore inquieto stavolta è un'occasione per riflettere sul confronto tra l'istruzione impartita da una scuola antiquata nonché rappresentata da persone apparentemente insoddisfatte e le esperienze della vita concreta che possono insegnare al di là della cultura formalmente intesa. Il bruciare velocemente le tappe da parte della protagonista - che si trasforma anche nel vestire e negli atteggiamenti esteriori - ha però un prezzo che, proprio in quanto fortunatamente non eccessivo, le permette di maturare una scelta che la farà tornare agli studi con una diversa e più matura consapevolezza. 

Solo dopo aver abbandonato la strada che non aveva veramente scelto se non per convenzione in favore di un'altra, questa sì apparentemente voluta ma che ha prodotto disillusione e infranto le aspettative, la Jenny Miller interpretata da Carey Mulligan può scoprire la sua autentica "vocazione" e fare ritorno al suo primo percorso anche se nel frattempo ripudiata dall'istituzione che lei stessa aveva rifiutato. Ma una delle persone di quella stessa istituzione acconsentirà a formarla privatamente e diventerà la sua istitutrice, inaugurando un sodalizio che si intuisce proficuo e fecondo. In tal modo il finale, che vede Jenny ammessa ad Oxford e che si interessa di un suo coetaneo, non più acconciata come l'adulta che non era ma vestita da ragazza "normale" di quegli anni, si presta ad un'interpretazione più profonda del semplice happy ending. Emblematico il confronto tra lei (che si intuisce cercherà di equilibrare vita e cultura), la sua professoressa (che ha privilegiato la seconda alla prima) e la preside (rappresentante della cultura come istituzione distante dalla vita concreta).

Pier

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