24 marzo 2021

CINEFORUM VIRTUALE - "C'eravamo tanto amati" di Ettore Scola (Italia 1974)


Quando una volta uno straniero che abitava da un po’ di anni in Italia mi chiese di spiegargli in modo elementare e breve quali fossero i problemi che la sinistra italiana continuava ad avere risposi che il modo più semplice (o forse semplicistico) era provare a guardare C’eravamo tanto amati

Il film è infatti connotato da una forte critica politica ed è capace di raccontare il male congenito della sinistra italiana, ossia quello di essere inevitabilmente divisa e nemica di se stessa, aspetto del quale i tre amici sono delle chiare figure rappresentative. 

Nella storia di amore e amicizia di tre amici e una donna nell’arco di più di un trentennio dell’Italia, dalla guerra partigiana agli inizi degli anni settanta, vi è la storia della società italiana, con i suoi mali (ovviamente solo alcuni), i suoi grotteschi limiti e le sue malinconiche miserie, morali e non solo. 

Il film è anche però uno straordinario omaggio al cinema stesso italiano, con i suoi massimi rappresentanti (De Sica, Fellini, Antonioni, Rossellini) ed europeo (francese in particolare).

La straordinaria capacità di Scola è tuttavia quella di sospendere giudizi personali, raccontando storie in cui è lo stesso pubblico che, identificandosi e identificando i diversi personaggi (assai comuni nel proprio vivere quotidiano), elabora i giudizi e le eventuali autocritiche.

La storia non è mai scontata, i personaggi sono tutti ben rappresentati sia dalla sceneggiatura che dalla straordinaria recitazione dei vari Gassman, Manfredi, Satta Flores, Sandrelli, Fabrizi e la modalità narrativa, ricca di richiami al cinema francese della Nouvelle Vague e al teatro, è originale ma assai piacevole. C’è tanta nostalgia nel vedere film del genere, per un’Italia ormai scomparsa, per attori ormai tutti deceduti e per la bellezza degli stessi film, che oggi difficilmente possono arrivare a tali livelli.  

Danilo Giorgi


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