14 giugno 2013

FILM AL CINEMA - "Vogliamo vivere" ("To be or not to be") di Ernst Lubitsch

Una commedia del 1942 diretta da Ernst Lubitsch. La pellicola è stata restaurata e a Roma viene proiettata in sole tre sale. Quindi, signori pigri, non perdete tempo. Stupendo il bianco e nero, con sottotitoli in italiano: una goduria per chi comprende perfettamente l'inglese ma, vi assicuro, nessuna fatica per chi non ama i sottotitoli.
Il film vale la pena vederlo perché si tratta di un vero gioiello. E' un tributo tenero e sincero al teatro - o meglio agli attori di teatro - ed è anche una satira nei confronti di Hitler e delle sue atrocità. La storia si svolge a Varsavia, quando i tedeschi nel '39 invasero la Polonia. E per quanto riguarda la trama mi fermo qui. Godetevi questo capolavoro di vera eleganza, classe e bellezza cinematografica. La leggera e frizzante suspense, le battute irresistibili, i ritmi perfetti, l'umanità dei personaggi, la squisita malizia, la gelosia... espressioni importanti raccontate con ironia e buongusto, compreso l'orrore di una guerra. 
Strano pensare che Carole Lombard (l'affascinante e solare Mrs. Tura) morirà poco dopo la fine delle riprese del film in un incidente aereo. Jack Benny (Mr. Tura) e tutti gli altri attori assolutamente spassosi. Come in teatro, a fine proiezione è scoppiato in platea l'applauso di gratitudine. A Lubitsch è stato tributato l'Oscar alla carriera pochi anni prima della della sua morte. Morte "solo" fisica perché, se l'arte rende immortali, questo regista ieri sera era accanto a me. A noi.
Simona Ciammaruconi

2 commenti:

  1. Articolo ben scritto, convincente, immediato e diretto. Arriva al punto e colpisce.

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  2. La traduzione italiana del titolo originale del film tradisce, come sempre, lo spirito della pellicola (pregevole come il suo autore).
    Se si pensa poi, che il film è uscito nel lontano ’42 - a due anni di distanza dal GRANDE DITTATORE di Chaplin, al quale talvolta il film sembra quasi fare il verso - non lo si può proprio perdere.
    Intelligente, divertente, recitato superbamente grazie anche all’ottima sceneggiatura in uso a quei tempi, rende alla perfezione il clima degli atroci avvenimenti dell’epoca senza mai scadere nel melodramma. Il messaggio arriva chiaro e forte così come le risate che non possono non scattare nello spettatore. Il nazismo viene deriso con la sagacia di chi - come Lubitsch – conosce impeccabilmente (e Chaplin prima di lui) l’arte del vero cinema.

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