7 febbraio 2016

FILM al cinema - "Revenant - Redivivo" ("The Revenant") di Alejandro González Iñárritu

Alejandro González Iñárritu si conferma un grande regista - oltre che sceneggiatore - anche se il suo ultimo film non ha quella presa potente e seducente paragonabile alle sue opere precedenti. Infatti, rispetto alla Trilogia sulla morte (Amores perros, 21 grammi e Babel) e tralasciando il film premio Oscar 2015 Birdman, sembra che le sue corde più intense vibrino con una forza diversa, a suo modo pur sempre bella, ma non all'altezza delle suoi primi lungometraggi. E questo dispiace perché stride con una regia che si dimostra sempre perfetta, fatta di inquadrature azzeccatissime anche in controluce, immagini sopraffine, piani-sequenza lunghi e da brivido, riprese calibrate, primi piani acuti, paesaggi quasi onirici nel contesto di una realtà terribilmente crudele. Non manca, poi, anche in questo film, il sangue, cui si aggiungono la forza fisica dell’uomo e della natura in tutte le sue espressioni (amplificata da un uso superbo della steadycam), il silenzio agito con il pensiero e la determinazione del protagonista (un bravo Leonardo Di Caprio forse però un po' troppo in carne per la parte assegnatagli). Il tutto reso con efficacia puntuale anche da una fotografia impeccabile in cui l'uso delle luci naturali esalta ambienti e personaggi. La colonna sonora dell’inconfondibile Ryuichi Sakamoto e di Alva Noto dona poi quel tocco di maestria e di lirismo in più all'intera opera. Tutto questo fa di Revenant - Redivivo un film comunque godibile, che si lascia assaporare sino in fondo, senza annoiare, stimolando un'irrinunciabile curiosità di arrivare all'epilogo di una vicenda terribile.
Film monumentale (tenuto anche conto dei costi che ha richiesto), in parte ispirato alla vita del cacciatore di pelli Hugh Glass e basato sull'omonimo romanzo del 2003 di Michael Punke. Ma anche un'opera sulla vera storia dei nativi americani e - quindi - adatta a tutti coloro che vogliano confrontarsi con una parte scomoda della storia americana (ma non a chi non ama scene violente e brutali).
AleLisa

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