7 gennaio 2019

FILM al cinema - "Lontano da qui" ("The Kindergarten Teacher") di Sara Colangelo

(contiene spoiler)

Si avvia come una commedia esistenziale che sembra promettere spunti edificanti ma, nel corso del suo svolgimento narrativo, il film della Colangelo si rivela proprio l'opposto: il racconto di una fissazione spinta fino alle sue conseguenze potenzialmente distruttive, messa in scena con uno stile sempre più insinuante, che nel prefinale sfiora l'inquietudine che sanno trasmettere le pellicole di genere (thriller o horror) nei momenti immediatamente precedenti le scene clou.
La maestra d'asilo (questa la traduzione letterale del titolo originale) è un'ottima illustrazione della nevrosi di una rappresentante della borghesia occidentale contemporanea, che, avendo coltivato come valore l'ideale dell'espansione del proprio io, non riesce ad apprezzare quanto di bello ha nella vita (un lavoro nel quale si trova bene e una famiglia non certo perfetta ma affettuosa), preferendo struggersi per la sua mancata autoaffermazione artistica (non possiede il talento necessario), salvo poi proiettarla su un bambino di genio. Il punto di vista del film non è empatico nei confronti della sua protagonista e crea quindi quella distanziazione dello spettatore che gli permette di osservare con una certa freddezza quanto rappresentato in modo tanto consequenziale quanto esemplare, così da poterne trarre un insegnamento paradossale: quali valori non seguire e quali percorsi non avvicinare.
Promosso quindi dal punto di vista esistenziale, La maestra d'asilo raggiunge anche un notevole risultato estetico, seppur sul filo della maniera, grazie a recitazione, scrittura e regia di livello. Ottima Maggie Gyllenhaal, che interpreta nuovamente un personaggio tormentato, dalle sfumature ambigue e con un sottofondo di morbosità.  

Pier

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