Riuscito docu-film che mette in scena fatti realmente accaduti alla fine degli anni '80. La confezione è pregevole e gli attori sono in forma. L'impianto è quello hollywoodiano dal tono fiabesco-edificante. Tutti d'accordo nel perseguire il fine di salvare una famiglia di balene rimaste intrappolate: dall'attivista di Greenpeace al petroliere apparentemente senza troppi scrupoli, dal reporter di provincia alla giornalista in carriera, dall'esercito americano alla marina sovietica, dallo staff del Presidente USA alla popolazione dei nativi dell'Alaska.
L'aspetto più interessante del film sotto il profilo esistenziale è proprio quello di mettere a confronto tante posizioni - e visioni della vita - diverse, dove la più saggia appare quella dei nativi, che praticano la caccia in armonia con i ritmi della natura e rispettano le proprie prede, mentre l'attivismo ecologista appare troppo connotato dal volontarismo (con la conseguente smania di controllo e senso di colpa quando non si riesce a perseguirlo).
Se ci lascia andare al suo spirito si segue con piacere questo "tutti assieme appassionatamente", connotato da buoni sentimenti, ben diretto e dal ritmo coinvolgente.
Pier
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