6 marzo 2012

FILM AL CINEMA - “Quasi amici” (“Intouchables”) di Olivier Nakache ed Eric Toledano

Una sonata a quattro mani magistralmente composta ed eseguita da questi due esponenti del cinema francese dell’ultima ora, Olivier Nakache ed Eric Toledano, alla loro seconda esperienza di lungometraggio.
Forse la prima ispirazione è venuta ai due autori dalla visione del documentario “A la vie, à la mort” di J. P. Devillers e I. Cottenceau, trasmesso dal canale France3 nel 2003. Proponeva la vera storia di Philippe e di Abdel.
Una storia d’amicizia intensa e soave quella di Philippe Pozzo di Borgo e Abdel Sellou, il suo badante che gli ha permesso di rinascere e tornare a sorridere con la gioia di un uomo libero.
I due registi/sceneggiatori hanno tratto la vicenda anche dalla biografia di Philippe, “Le second souffle” (trad. in italiano “Il diavolo custode”, ed. Ponte alle Grazie) dove lo stesso autore narra come è venuto a consolidarsi il legame tra lui e Abdel (Driss nel film) così diversi eppure cosi complementari.
“Quasi amici”, pur trattando un tema che prevedeva il rischio di cadere nel patetico fumettone o nello scontato favolismo, riesce a colorarsi di un umorismo che libera sorrisi pienamente goduti dallo spettatore. La chiave di questa amicizia è nella sua sintesi “pragmatica”: due personaggi che vivono entrambi disagi profondi, agli antipodi, fisico l’uno, sociale l’altro, eppure riescono lungo il percorso, iniziato per le gravi necessità di assistenza di Philippe, a trovare quella leggerezza “del vivere” che gli consentirà di saper sorridere e ridere spesso al di là dell’immaginazione. Decisamente un’opera la cui visione esorcizza il male di vivere e che si rivela in tutto il suo valore pacificatore dell’anima.
Il fulcro dello smisurato successo di pubblico (il secondo film per incassi della cinematografia francese di tutti i tempi) sta nella forza di saper provocare sempre la risata ma con garbo e per sdrammatizzare, come anche nella sintesi di due esistenze perfettamente complementari: tanto esplosivo Driss quanto intenso eppur misurato Philippe.
Notevole il ruolo ricoperto dalla colonna sonora, straordinario mèlange dove vengono sapientemente alternati brani di musica classica, intermezzi di Ludovico Einaudi (ormai consumato commentatore di pellicole cinematografiche) nonché brani funk e R&B degli Earth,Wind & Fire, sui cui ritmi Driss si scatena ballando con tutta la sua tracotante energia. Proprio l’alternanza dei ritmi, oltre alla sceneggiatura, facilita allo spettatore la lettura delle diversità e delle complementarietà dei due interpreti della storia.
Un film da non mancare assolutamente!
Carla Costanzi

1 commento:

  1. L'ho visto ed apprezzato...
    Mi è piaciuta anche la tua recensione, così ricca di dettagli e intrisa di entusiasmo...

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