6 marzo 2012

FILM AL CINEMA - "Safe House - Nessuno è al sicuro" ("Safe House") di Daniel Espinosa

L'ennesimo film di genere hollywoodiano sulla corruzione all'interno del sistema, il cui riscatto è affidato all'iniziativa salvifica del singolo individuo: una traccia abusata oltre ogni maniera che stavolta prende forma in uno spy-action che tratta di conflitti interni alla CIA. Il registro è quello tipico di altri prodotti analoghi, a base di azione iperbolica e ritmo concitato ma, visto l'assunto iniziale, ci si prende più sul serio rispetto ad un comune action-movie fracassone: l'ironia è completamente assente e l'andamento narrativo ricerca l'intensità drammatica, a partire dalla caratterizzazione dei personaggi (che comunque non si sollevano dagli stereotipi); la fotografia è "sporca", pastosa, dalle tonalità cupe, mentre la violenza viene rappresentata con un'evidenza realistica che - oltre ad essere in contrasto con l'impostazione programmaticamente esagerata ed improbabile dei momenti d'azione - sfocia nella brutalità e può rivelarsi disturbante per chi si aspetta un'opera di puro intrattenimento.
La messinscena va alla ricerca dell'effetto e finisce per eccedere: al montaggio sincopato ed alla durata brevissima delle inquadrature si aggiunge l'uso reiterato della macchina a mano (che sobbalza di continuo e non sta mai ferma pur nelle scene di raccordo, come quelle ambientate nel quartier generale della CIA), col risultato di provocare un fastidioso disorientamento nello spettatore, che si può estrinsecare in una sensazione di vertigine quando non di nausea (il famoso "mal di mare" provocato da un certo stile di ripresa). Inoltre le sequenze d'azione più complesse e che coinvolgono numerosi soggetti mancano di un'appropriata coreografia e quindi, oltre ad essere scarsamente incisive, risultano a volte di difficile comprensione visiva.
La vicenda procede abbastanza spedita, a prezzo di qualche omissione ed inverosimiglianza. E gli attori danno l'impressione di essere un po' in difficoltà: Ryan Reynolds si impegna nel cercare di rendere credibile il suo personaggio sofferto e combattuto, mentre Denzel Washington è sottotono e sembra non credere troppo nel ruolo che interpreta. In definitiva un film insoddisfacente come evasione spettacolare e di scarso interesse sotto qualsiasi altro profilo. 
Pier

Nessun commento:

Posta un commento