13 novembre 2012

FILM AL CINEMA - "Argo" di Ben Affleck

Ispirato ad un episodio realmente accaduto, il terzo lungomentraggio di Ben Affleck è innanzitutto un film di genere di ottima fattura, un thriller di spionaggio ad alto tasso di suspense, che mantiene la tensione ininterrotta dall'inizio alla fine. Il merito è in buona parte di una sceneggiatura (di Chris Terrio, a partire dal libro-inchiesta di Joshuah Bearman) dotata di una precisione "millimetrica" nel sovrapporre i diversi registri narrativi, nel dosare i tempi del racconto, nell'affastellare luoghi e intrecci senza sosta. A ciò si aggiunga una regia estremamente fluida ed un montaggio nervoso che delineano tracciati visivi densi di significati con un ritmo incalzante.
E' poi lo spessore dei personaggi a convincere fino in fondo, grazie anche alla prova degli attori, a partire da un Ben Affleck con barba e capello lungo nel ruolo di un agente segreto che rappresenta la perfetta via di mezzo tra il superomismo jamesbondiano e la malinconica ordinarietà delle spie ispirate a Le Carré, recentemente protagoniste de "La talpa": un uomo solido e al tempo stesso credibile, sicuro di sé ma senza strafare, determinato ma non privo di lacerazioni. Un personaggio che può a tutti gli effetti rientrare nella caratterizzazione archetipica dell'"eroe", in grado di permettere la proiezione identificativa allo spettatore ma senza chiedergli la rinuncia alla verosimiglianza e l'evasione nel mondo della pura fantasia.
Infatti il film racconta un fatto di storia recente e in ciò si allontana dal prodotto di puro intrattenimento, situandosi esplicitamente nella solco della tradizione del cinema statunitense di impegno civile: l'attenzione al contesto è un aspetto più che evidente a partire dall'accuratissima ricostruzione d'ambiente, che non trascura nulla, dalle scenografie ai costumi. "Argo" è quindi un'opera che si propone una valenza informativa su un accaduto tenuto segreto fino a una quindicina di anni fa, cercando di rimanere in una sorta di equilibrio descrittivo che eviti di scivolare nella retorica patriottica (non risparmiando ad esempio di mostrare gli errori da parte americana). E ci riesce anche abbastanza bene.
Pier

4 commenti:

  1. Anche in questo caso la tua recensione, caro Pier, ha suscitato in me la curiosità di vedere il film.

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  2. ...e questo credo che sia anche un film nelle tue corde, immagino molto più di "Skyfall"...

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  3. Molto bello, concordo^^

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  4. Film ben congegnato in cui il ruolo principale è affidato all’eroe-uomo rappresentato da B. Affleck.
    Condivido ciò che la recensione dice su di lui e su come la sua figura riesca a farci sentire vicinanza e sogno al tempo stesso.
    Dell’attore principale a me ha colpito molto lo sguardo intenso, acuto, la costante riflessione che traspare dai suoi occhi.
    Convincente, quindi, la prova cinematografica di B. Affleck, non solo come attore ma anche come regista. Bella ed efficace la tensione continua che si avverte durante lo svolgimento del racconto, mai sopra le righe ma che ti inchioda sulla poltrona fino agli istanti finali del film. Visione vivamente consigliata (non fosse altro che per l’Oscar 2013 preso come miglior film).

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