21 febbraio 2013

FILM AL CINEMA - "Noi siamo infinito" ("The perks of being a wallflower") di Stephen Chbosky

Da un’infanzia tradita ad un’adolescenza dolorosa. Gli ostacoli che risiedono nella parte più nascosta di noi inevitabilmente si riflettono nella capacità di relazionarsi agli altri, di vivere con slancio questa importante fase di passaggio: gli amici, la scuola, i primi amori, le prime feste, le prime esperienze. Charlie, il giovane protagonista, racchiude in sé tutto questo e molto di più, a causa di un passato che ingombra il presente fino a far perdere i sensi di fronte al reale, difficilmente conciliabile con il proprio sé alterato.
"Noi siamo infinito" ci racconta la sua vita e quella dei suoi compagni di scuola con una sceneggiatura un po’ sfilacciata, che tratteggia i vari personaggi al ritmo di buona musica senza però riuscire mai ad approfondirne il carattere. Film intimo, dunque, ma non troppo. Il disagio esistenziale la fa da padrone nelle sue varie manifestazioni ma non scuote fino in fondo lo spettatore. Eppure l'opera piace, convince e coinvolge. Chi di noi, infatti, si è mai sentito veramente parte del proprio mondo, adolescenziale e non, accettando le proprie intime contraddizioni e quelle altrui, abbracciando senza sommovimenti dell’animo la vita e le sue tristi verità? 
Questo film ci ricorda che l’amore resta sempre alla nostra portata, che possiamo sceglierci il futuro nonostante il passato, che il presente - seppur momentaneo - può darci quella sensazione di infinito fatto di benessere intenso e profondo. In quegli istanti nei quali siamo veramente noi stessi - quasi dimentichi dei fardelli che ci opprimono - capiamo che possiamo conquistarci la vita, assaporarla ed aprirci a ciò che è e che sarà, unici protagonisti, quasi eroi, del nostro divenire.
AleLisa

6 commenti:

  1. Ciao Ale, mi trovo in sintonia con la tua recensione, che ritengo una delle migliori che hai scritto ultimamente. Penso che hai reso bene lo spirito dell'opera, attraverso una prosa a tratti quasi poetica, che evoca le emozioni suscitate dalla visione.
    Concordo sul fatto che il film, nonostante i suoi limiti, riesca ad essere incisivo. E la chiave è secondo me proprio nella frase tratta dai dialoghi ed utilizzata per il titolo italiano…”Noi siamo infinito” fa percepire in alcuni frangenti la possibilità di una spiritualità laica, al di là delle religioni ufficiali, forse non a caso richiamate spesso durante la vicenda.
    Il film mi è piaciuto e lo considero tra quelli che possono aiutare a vivere.

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  2. Il film è carino, anche se forse più adatto ad un pubblico giovane, ancora immerso nelle difficoltà dell’adolescenza e della prima giovinezza. Lo avessi visto 20 anni fa mi avrebbe sicuramente aiutato a vivere, oggi lo sento un pochino più distante ovviamente.
    In ogni caso, in linea generale è apprezzabile ma, in alcuni tratti, i dialoghi sembrano artefatti e scontati.
    Per quanto riguarda la spiritualità laica non me la sento di “volare così in alto” con un film del genere, alla fine ricorda sempre la cara, vecchia e super citata massima “vivi il presente”.
    Ciao

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    1. ...appunto! non sempre il "cosa" ma spesso il "come" fa la differenza, nel cinema come nell'arte in generale...e questo film in alcuni momenti secondo me coglie nel segno, nonostante io condivida le riserve tue e di Ale per quanto riguarda altre parti dello svolgimento narrativo...
      Quanto al target di riferimento, non credo che un'opera se parla di adolescenti sia rivolta solo a loro...se qualcosa di ciò che veicola riesce a toccare corde universali - come in questo caso - allora penso che possa aiutare a vivere anche persone di altre età...
      Ciao

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  3. Per quanto riguarda gli universali concordo, però il film tratta di problematiche relative ad una particolare età: bullismo, quale università scegliere, primi amori, rapporto con la scuola e con lo studio, rapporto con la famiglia durante lo sviluppo emotivo giovanile ecc…
    Non è che voglio tagliare con l’accetta, indubbiamente ci sono forme in cui tutti si possono riconoscere, però l’ho sentito distante dalla mia vita attuale. In ogni caso, convengo con te, le storie comunque sono storie, si ascoltano indipendentemente dalla vicinanza che possono avere con noi in un determinato momento…

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    1. ...certo che è distante dalle nostre vite attuali!...ma è proprio quell'invito a cogliere l'infinito nel momento presente che può avere secondo me una valenza universale...e può produrre nello spettatore una risonanza indipendentemente dall'identificazione con i personaggi della vicenda...

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    2. Il film non riguarda solo il mondo adolescenziale. Riguarda noi tutti nella misura in cui non riusciamo più ad essere 'infiniti' ossia ad assaporare la vita nei momenti in cui ci è data la possibilità di esprimerci veramente.

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