18 febbraio 2013

FILM AL CINEMA - "Viva la libertà" di Roberto Andò

Una ventata d'aria fresca nel panorama cinematografico italiano di quest'anno: tra le commedie patinate o superficiali e i cupodrammi post-post-realisti o neo-grotteschi questo film di Roberto Andò spicca per una certa originalità d'ispirazione nel saper coniugare registro comico e serio, approccio psicologico e politico. Il merito va in buona parte a Toni Servillo, che non rinuncia alla gigioneria che lo ha reso famoso, riproponendo quindi una maniera attoriale di altissimo livello per quanto consolidata (e a conti fatti un tantino prevedibile) ma che in questo caso si attaglia appieno all'enunciato filmico, facendogli letteralmente prendere corpo in una modalità diretta e più che coinvolgente.
"Viva la libertà" (tratto dal romanzo "Il trono vuoto" dello stesso Andò, che scrive anche la sceneggiatura assieme ad Angelo Pasquini) è una variazione sul tema del "doppio", con protagonisti due gemelli e una vicenda basata sull'interpretazione dei ruoli. Il filosofo geniale (considerato uno dei maggiori tra i viventi) è affetto da disturbi psichici, appena dimesso da una casa di cura e in terapia farmacologica, mentre il fratello (che assume comunque quotidianamente antidepressivi) è un uomo politico affermato, a capo del principale partito d'opposizione ed alle prese con un calo verticale dei consensi. La fuga in Francia di quest'ultimo, in incognito e senza lasciare tracce, è l'inizio della sua riappropriazione di quella parte creativa (rappresentata dalla passione per il cinema) negata e probabilmente rimossa per anni, sotto la coltre del "personaggio" e dell'organizzazione meticolosa della propria vita. Viceversa il filosofo che vive appartato può trovare la sua dimensione prendendo le parti proprio del gemello ed esercitando il potere attraverso un ruolo pubblico nel quale esprimere la propria follia creativa, con una grinta ed un'ironia talmente trascinanti da riscuotere un successo inaspettato.
Che la soluzione sia far convivere le diverse parti che si agitano in ognuno di noi, trovare una sintesi costruttiva tra istanze apparentemente contraddittorie? Questo sembrerebbe il messaggio veicolato dal film, immediatamente comprensibile sotto il profilo esistenziale. Ma la vicenda ha una evidente connotazione politica e quindi andrebbe forse interpretata anche come una metafora che ci induce a considerare quanto l'assennatezza, la serietà e la misura non possano essere disgiunte dalla determinazione, dall'umorismo e magari da un po' di follia. Ed è proprio sotto questo profilo che "Viva la libertà" potrebbe risultare più controverso: è piuttosto inquietante constatare che il personaggio che riscuote consensi entusiasti (e che avvince anche noi spettatori) sia in realtà affetto da una grave forma di patologia psichica e che quindi dietro quella carica trascinante si possa celare soltanto una percezione alterata della realtà.
Esegesi a parte, l'opera ha il pregio dell'immediatezza, con un intreccio ben costruito e che non manca di ritmo, dialoghi brillanti, una regia che sa catturare l'attenzione, un cast di ottimi attori attorno al mattatore Servillo. E soprattutto fa ridere di gusto, in modo intelligente.
Pier

2 commenti:

  1. Condivido in toto l'analisi interpretativa del film. Per quanto attiene il profilo psicologico, non c'è dubbio che l'opera sia eminentemente esistenziale al di là delle sue connotazioni squisitamente socio-politiche. Il punto centrale è proprio il divario che si frappone tra l'essere noi stessi e ciò che la realtà circostante vuole e ci impone (l'antitesi freudiana tra Io e Super-Io). Ma dove si trova il punto di caduta, l'equilibrio tra l'uno e l'altro? Non esistendo una risposta universale a questa domanda entriamo in gioco direttamente noi. Siamo noi, infatti, a dover indagare la nostra intima identità ed individuare il nostro personale punto di equilibrio fra 'interno' ed 'esterno' per poter vivere un'esistenza che possa dirsi veramente nostra. Compito gravoso ma necessario e dai tempi spesso lunghissimi.

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    1. Grazie del contributo. Trovo che "Viva la libertà" sia uno dei film italiani più interessanti della stagione cinematografica e propone degli spunti che possono essere estremamente incisivi.

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