27 marzo 2013

FILM AL CINEMA - "Il lato positivo" ("Silver Linings Playbook") di David O. Russell

Avviso: l'articolo rivela dettagli della trama del film
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Ma come sono accattivanti i personaggi di questo film frizzante, dai ritmi quasi perfetti, leggero ma non troppo! La storia nulla toglie alla classica trama americana: lui e lei sono fatti l'uno per l'altro...ancora non lo sanno ma presto lo sapranno...e vissero felici e contenti. Noi, da spettatori, questa trama la supponiamo già dal titolo italiano, "Il lato positivo".
Lei è una giovane vedova: ha reagito al lutto facendo sesso in maniera compulsiva coi colleghi nel luogo di lavoro e quindi è stata licenziata. E' una ragazza naturalmente bella, arrabbiata, direttiva, colta, artistoide, intelligente. Aggiornatissima su tutto quello che concerne psicofarmaci e ansiolitici. Ama il ballo. 
Lui, dopo aver picchiato l'uomo scoperto in flagrante sotto la doccia con la moglie infedele, finisce in ospedale psichiatrico e, quando il film inizia, la sua mamma sembra impegnarsi con amore per farlo tornare a casa. 
La tensione è inevitabile: il nostro lui è spesso sull'orlo della crisi isterica e quindi dall'esplosione emotiva che lo riporterebbe chiuso chissà in quale istituto. Sembra proprio non riuscire a controllarsi fino a quando l'incontro con lei riesce a poco a poco, attraverso un sacrosanto e lodevole percorso, a distoglierlo dall'idea fissa di potersi ricongiungere con la moglie fedifraga, diventata per lui un'ossessione. La condivisione fra i due avviene attraverso la preparazione ad una gara di ballo, che offre loro uno spazio creativo ed esclusivo, minato dal succedersi delle cose, tra cui un padre ossessivamente scaramantico e degli amici involontariamente inopportuni. Ed è lì che vediamo i ruoli invertirsi: mentre i nostri "squilibrati" entrano nell'area della salvezza, il mondo intorno a loro mostra tutta la sua confusione. 
Il film di David O Russel è godibile perché sullo sfondo del "già visto" viene messa in scena una variante importante: i protagonisti sull'orlo dell'esplosione diventano energia creativa e ci regalano quella piccola, sottile tensione che man mano che scorre la storia passa anche attraverso i personaggi cosiddetti "sani", che, come evidenziato dalle virgolette, tanto sani poi non sono ma lo diventeranno. Il lieto fine è dato dalla catarsi di tutti quanti (psicanalista compreso), che, come nei migliori film di Almodovar, si ritrovano coinvolti appassionatamente... 
Ad arricchire il quadro le interpretazioni degli attori: Jennifer Lawrence lei (Oscar come migliore attrice), Bradley Cooper lui. E un Robert De Niro diverso da come lo ricordiamo di solito, che si presta con grande gestualità. 
Simona Ciammaruconi

2 commenti:

  1. Commedia tiepida, ma divertente, accenna al profondo ma non scende mai in profondità.
    Si lascia seguire piacevolmente dall’inizio alla fine senza soluzione di continuità.
    Bravi gli attori, tutti ben calati nella parte (condivido la valutazione su R. De Niro).

    Cos’è veramente la normalità se non un concetto dai contorni sfumati ed il cui contenuto ciascuno definisce da sé?
    Spesso lo dimentichiamo e siamo portati ad identificarci con ciò che assumiamo essere la normalità per i più (che - però - non ci va bene perché non ricalca la ns. identità profonda).

    L’amore,poi, può arrivare per tutti, all’improvviso, liberandoci dalle pastoie di una vita spesa a pugni stretti e ben chiusi come quella di Pat, il protagonista maschile.
    Se solo ci ricordassimo di inforcare sempre gli occhiali giusti ossia quelli che ci consentono di cogliere il lato positivo delle cose del mondo…..




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  2. E' un film che potrebbe scontentare molti, da chi si aspetta solo una commedia d'evasione e si ritrova invece alle prese con i notevoli disagi dei protagonisti a chi immagina un'opera di taglio psicologico-esistenziale in grado di approfondire le tematiche che mette in campo... Nessuna delle due invece: "Silver Linings Playbook" è innanzitutto una commedia hollywoodiana che rispetta le convenzioni del genere, dai protagonisti strafichi all'happy end d'obbligo: in questa cornice viene però inserita una vicenda non banale, in grado di raccontare problematiche sofferte con un tono abbastanza leggero... Il risultato coinvolge, anche per merito di una sceneggiatura dal ritmo serrato, di una regia estremamente vivace e dell'interpretazione degli attori.
    Non mi aspettavo un capolavoro e proprio per questo credo di aver apprezzato ancora di più questo film, che può anche aiutare a vivere a mio avviso. Come spesso accade il titolo italiano non c'entra nulla con quello originale.

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