15 aprile 2014

FILM AL CINEMA - "The Grand Budapest Hotel" di Wes Anderson

Forse il film in cui Anderson sfoggia la sua maggiore maestria affabulatoria. Nulla da eccepire sul talento figurativo e sul suo "marchio di fabbrica" stilistico, ormai più che riconoscibile (dalla composizione delle immagini alle scelte di regia, dalla recitazione straniata alla selezione musicale), stavolta con un più marcato tocco retrò, vista l'ambientazione (ma gli ammiccamenti al cinema muto erano già presenti in altre sue opere). La narrazione è briosa, gli sprazzi di comicità non mancano, i caratteri rimangono impressi - tra i numerosi personaggi in scena una quindicina sono interpretati da attori celebri e l'effetto non è stucchevole, anzi.
Ma tutto questo poderoso artificio della messinscena sembra non poggiare su molto, impressione che si ha anche al termine di altri film dell'autore. Al centro della vicenda c'è il tentativo di estetizzare (e quindi di immortalare) un mondo ricco, decadente ed annoiato, fondamentalmente vacuo e percorso da tratti malsani. Non siamo in tal senso molto lontani da "I Tenenbaum" (2001). Affiora qua e là un esplicito e disturbante cinismo nella rappresentazione di alcune efferatezze, che sembra una variante della propensione al compiacimento nell'esplicitazione del "negativo" già espressa dal regista nella sua produzione. Nel complesso un film ottimamente orchestrato ma privo di autentici motivi di interesse.
Pier

1 commento:

  1. AleLisa9/6/14

    CONTRO-RECENSIONE - "The Grand Budapest Hotel" di Wes Anderson

    Film di rilievo nel panorama cinematografico dell’anno, "The Grand Budapest Hotel" è un'esilarante favola confezionata con pregio, recitata con stile e diretta con maestria dal quarantacinquenne regista statunitense Wes Anderson. Le sue inquadrature, infatti, sono, come sempre, talmente ben calibrate che le immagini filmate ricordano da vicino quadri o fotografie di livello. Ancora una volta, poi, la buona musica non manca e ritma con brio i tempi comici di un racconto che, nel suo essere scanzonato e festoso, non si arresta mai alla superficie delle risate che suscita né affonda nella banalità, pure a portata di mano. Ovunque campeggiano capacità espressiva, cura dei dialoghi ed un uso accorto del colore (da qui l'atmosfera a tratti anche pittoresca della pellicola). Gli attori in scena sono tutti di grosso calibro e divertono davvero. Solo per citarne due: il profumatissimo Ralph Fiennes (perfetto nella parte) ed il cattivissimo Willem Dafoe (mai comunque perfido e cinico come in "Spider-Man").
    Film d'evasione e ricreativo, dunque, ma, al contempo, mai troppo distante o stridente con il dramma - anche storico - sotteso. Motivo per cui vedere una commedia come questa, per nulla scontata neanche quando sollecita il ricordo spassoso di film del passato (si pensi, ad esempio, a "Vogliamo Vivere" di Lubitsch).

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