2 aprile 2014

FILM AL CINEMA - "Storia di una ladra di libri" ("The Book Thief") di Brian Percival

Film drammatico nel quale la storia narrata, d’amore e di libri, regala al racconto toni lievi e delicati. La visione quindi risulta tanto gradevole quanto scorrevole, lasciando anche spazio al sorriso nonostante l’ambientazione della pellicola (la Germania nazista). Fanno da sfondo alla storia della piccola e dolce ladra di libri Liesel (la brava Sophie Nélisse) eventi storici noti, dalla Notte dei Cristalli alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il regista Brian Percival propone in versione cinematografica la pluri-tradotta opera "La bambina che salvava i libri" di Markus Zusak utilizzando una modalità di racconto tipicamente classica. Questo approccio didascalico pare però consentirgli di esprimere con efficacia la forza propria dell’amore, la cui infallibilità è provata in ogni campo, tra cui - non ultimo - quello della scrittura. Ed è infatti il libro il minimo comune denominatore di tutto il racconto: apre alla parola, all’immaginazione, alla comprensione della vita in ogni suo aspetto, eleva l’uomo assicurandogli la conoscenza salda e vigile di sé a dispetto degli accadimenti esterni.
La piccola protagonista, inizialmente analfabeta, pare intuirlo sin da subito quando, in una tragica circostanza, raccoglie un libro da terra. Da lì inizierà il suo lungo e periglioso cammino di crescita, scrutando con i suoi occhi vigili e vividi tra una pagina e l’altra della vita, prima rubando e poi ricordando a memoria le opere lette.La giovane Liesel riuscirà così avvinarsi all’età adulta destreggiandosi con vigore e determinazione tra vicende spesso anche molto dolorose.
Accompagna la narrazione una voce fuori campo, forse non proprio azzeccata; sono comunque ben centrate le interpretazioni di tutti gli attori in scena (tra cui spiccano Emily Watson e Geoffrey Rush nel ruolo dei genitori adottivi, nonché il piccolo Nico Liersch nei panni di Rudy, l’amico del cuore di Liesel). Buone anche le immagini filmate e convincente la fotografia. Visione, quindi, certamente consigliata.
AleLisa

1 commento:

  1. Sarà che l'umore della giornata influenza la visione: di fatto questo film non me lo aspettavo così drammatico come invece è risultato. Se dovessi dire che la visione non mi abbia un po' affaticato mentirei, anche se è vero che la narrazione è coinvolgente e gli attori bravi. Inoltre la vicenda non manca di una sua morale positiva.
    Dal punto di vista artistico non mi ha entusiasmato ma neppure il contrario. Gli interventi della voce over li ho trovati abbastanza stonati rispetto al registro adottato in tutti gli altri momenti. A parte questo l'impianto mi è sembrato volutamente tradizionale. Nel complesso lo definirei comunque un film fondamentalmente riuscito.

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