29 settembre 2014

FILM AL CINEMA - "Belluscone" di Franco Maresco

Franco Maresco si ripropone finalmente al pubblico con un film insolito, curioso ed interessante. 
Non sembra pesargli l'assenza di Daniele Ciprì (il loro è stato un duo collaudatissimo) e, con l'aiuto del critico cinematografico Tatti Sanguineti (stavolta in veste di "detective" alla ricerca dell'irrintracciabile amico-regista), ci mostra una Palermo meno nota (se non alla cronaca giudiziaria): quella del quartiere Brancaccio. Il sound che anima questa periferia è tutto neo-melodico ed i suoi abitanti, tra una festa e l'altra, ammiccano alla mafia come a Silvio Berlusconi, idolo senza rivali in un luogo dove far parte delle forze dell'ordine è un'onta senza rimedio. L'organizzatore ufficiale di ogni kermesse è Ciccio Mira, le cui risposte alle domande che gli pone Maresco costituiscono un specchio fedele e disarmante di quella realtà. Non sfugge ai quesiti ironici ed incalzanti del regista nemmeno Marcello Dell'Utri, le cui parole però non è dato di ascoltare per improvvisi e misteriosi problemi di registrazione. 
Se il legame mafia-politica è l'obiettivo che intende cogliere Maresco, il bersaglio e' centrato nonostante manchi una sceneggiatura chiaramente ben delineata. Tanta è infatti la confusione del racconto, molta la provocazione e la dissacrazione in chiave documentaristica delle immagini e dei personaggi (con accenti quasi pasoliniani). Eppure lo sfilacciamento espressivo ed il sarcasmo costante, assolutamente ricercati e voluti, risultano funzionali al disegno di Maresco: rivelare una certa Italia che, ci piaccia o no, esiste eccome, e non solo a Brancaccio, come mostrano le immagini che scorrono accanto ai titoli di coda. Il film non può non aggiungersi, quindi, ed a pieno titolo, alle altre opere italiane di questa stagione che tanto fanno bene al nostro cinema per l’originalità, la vivacità e l’indubbia capacità di trasferirci non solo divertimento.
AleLisa

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