3 settembre 2014

FILM AL CINEMA - "Song'e Napule" dei Manetti Bros.

Tanto humour in salsa napoletana e tanta melodia, sempre in chiave rigorosamente partenopea, danno vita ad una commedia graziosa, sagace e divertente. Napoli è il teatro perfetto per un racconto come questo, con il suo tipico centro storico ed i suoi caratteristici rumori e colori, unici come i suoi personaggi. Eppure non c' e' niente di scontato nel racconto dei fratelli Manetti, anzi tutt'altro, a partire dalla figura del poliziotto, Paco Stillo, con la sua aria un po' retrò nutrita da una passione senza tempo per la musica classica. Il risultato non muta neanche se nella pallida vita del timido ed impacciato tutore dell'ordine, improvvisamente calato nel ruolo del detective più sfrontato, irrompe un personaggio come Lollo Love, il cui ruolo non viene affatto appiattito in quello del rappresentante classico della musica campana legato alla camorra. 
Il prodotto che si ottiene è così quello di una commedia "home made" - a meta' tra il poliziesco ed folkloristico - che fa ridere lo spettatore per l'intera sua durata. Si tratta, infatti, di un buon film ritmato a tempo di funky e suoni neo-melodici, montato a misura e sorretto sia dalle figure centrali di Paco e Lollo (il cui inaspettato legame esprime il senso della vera amicizia) che da una sceneggiatura curata, nonostante i difetti sparsi qua e là tra accenti surreali e richiami grotteschi (anche il finale un po' melenso non convince granché). 
Da "La mafia uccide solo d'estate" a ''Song'e Napule", passando per "Spaghetti Story", fa piacere ricordare che il cinema italiano riesce ad esprimere, quando vuole, originalità e freschezza.
AleLisa

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