21 ottobre 2016

FILM al cinema - "I magnifici sette" ("The magnificent seven") di Antoine Fouqua

(contiene spoiler)

Remake del celebre film omonimo di John Sturges, I magnifici sette si fa apprezzare per l’avvincente tenuta narrativa, per l’assortito team di bravi attori e per una messinscena spettacolare che riprende lo stile classico aggiornandolo alla contemporaneità, senza però gli eccessi frenetici o violenti di certi action-movie odierni. Tradizionale spettacolo hollywoodiano in confezione di tutto rispetto quindi, che coinvolge lo spettatore attraverso lo sviluppo della vicenda e la caratterizzazione dei sette protagonisti.
Purtroppo la sceneggiatura è diseguale e, in alcuni passaggi, esagera nella ricerca dell’effetto, perdendo in verosimiglianza e mordente. Il cattivo Bartholomew Bogue è rappresentato in modo eccessivamente affettato - fin quasi alla deformazione grottesca e caricaturale (con tanto di recitazione sopra le righe del pur bravo Peter Sarsgaard), che però stona con il contesto della narrazione e nel confronto con gli altri personaggi - riuscendo poco adatto come antagonista del carismatico Sam Chisolm (interpretato dall’ottimo Denzel Washington): conseguenza di ciò è una diminuzione dello spessore epico in alcuni passaggi del film. Che infatti perde un po’ di quota nel finale, quando i due si trovano faccia a faccia e Chisolm, fino ad allora avvolto da un’impenetrabile aura titanica, si fa prendere la mano dai rancori personali, perde il controllo e commette una disattenzione che potrebbe essergli fatale, se non intervenisse il personaggio di Emma a salvarlo, con uno di quei colpi di scena troppo già visti già nell’epoca d’oro dei western per poter essere riproposti oggi in modo credibile per lo spettatore.
Difetti a parte, si tratta comunque di un’opera nel complesso riuscita, che ovviamente non va paragonata a quella da cui prende le mosse.
Pier

2 commenti:

  1. Come al solito Pier, con poche ma incisive e vivide pennellate riesce ad offrire un quadro completo e pittorico del film, che, afferma, “si fa apprezzare per l’avvincente tenuta narrativa, per l’assortito team di bravi attori e per una messinscena spettacolare… che coinvolge lo spettatore”.
    Purtroppo la sceneggiatura, quasi in antitetica dissonanza con la premessa, ne esce malconcia dal successivo uso di un acuminato cesello, fatto di appropriati e illuminanti vocaboli come “diseguale, esagerata, affettato, grottesca, stona”.
    Da questo disastro, si salva, unico, il carismatico Sam Chisolm, perfettamente stigmatizzato da una sfolgorante rappresentazione, siccome “avvolto da un’impenetrabile aura titanica”. Geniale!
    Perfetto, d’accordo in tutto.
    E quindi rimane intatta la nostalgia dei giganti del passato, di Yul Brynner, Charles Bronson, Eli Wallach, James Coburn, John Sturges, ecc. ecc.
    Carmelo Pistorio.

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  2. Ciao, ti ringrazio di cuore per l'apprezzamento. Un abbraccio

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