20 novembre 2020

ARTICOLI - Stelle danzanti ("Lou Andreas-Salomé" di Cordula Kablitz-Post - Germania 2016)


Tra i vari sentimenti, emozioni, sensazioni che rimangono dopo la visione dell’ottimo film Lou Andreas-Salomé (Germania 2016) di Cordula Kablitz-Post due sono indubbiamente di preponderante intensità, quello di invidia e di scoramento. 

Il film è una fedele trasposizione della biografia di Heinz F. Peters (recentemente ripubblicata dalla casa editrice Odoya con il titolo Lou Andreas Salomé. Mia sorella, mia sposa) della scrittrice, filosofa, intellettuale e psicoanalista vissuta tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo. 

Il periodo in cui visse la protagonista fu indubbiamente straordinario. In poco meno di cinquant’anni sono vissute e hanno operato così tante personalità dell’arte, della musica, della cultura in genere da sembrare quasi impossibile riuscire ad immaginarlo. 

Lou von Salomé da adolescente fece girare la testa nientemeno che a Nietzsche, inimicandosi così la tremenda sorella. In seguito respinse le avances tra gli altri dello scrittore Wedekind. Da donna matura ebbe un'intensa  storia d’amore con il poeta Rilke, col quale visitò la sua madrepatria Russia. In uno di tali viaggi furono ospiti del pittore Leonid Pasternak e giocarono con suo figlio ancora bambino (il futuro scrittore Boris Pasternak), in seguito incontrarono Lev Tolstoj e Paolo Trubeckoj. Rilke fu debitore per una vita dell’amore, delle innumerevoli ispirazioni, della conoscenza del russo e della crescita spirituale generate da questa straordinaria donna che diventò poi allieva e collaboratrice (e molto probabilmente altro ancora) di Sigmund Freud nonché amica intima della figlia. 

Se si pensa che all’epoca Rilke fu amico anche dello scultore Rodin (che aveva avuto una relazione con la straordinaria scultrice Cammille Claudel), dello scrittore Schnitzler e che, negli ultimi anni, durante il suo ricovero in sanatorio, intrattenne un epistolario ricco di sentimenti platonici con la poetessa russa Marina Cvetaeva, che da giovane fu amante di Boris Pasternak e che fu rivale dell’altra grande poetessa Anna Achmatova, la quale a sua volta ebbe una relazione con il nostro Amedeo Modigliani, che intrattenne tra le tante una relazione con la scrittrice e giornalista Beatrice Hastings, poi amante di Katherine Mansfield, cugina della scrittrice Elisabeth von Armin, sposa di Henning August von Arnim-Schlagenthin, figlio adottivo di Cosima Wagner, a sua volta figlia del compositore Franz Liszt e che i figli di Cosima Wagner per un certo periodo vennero badati proprio dalla tremenda sorella di Nietzsche... e via dicendo, lascia sicuramente senza parole. Le relazioni, i collegamenti sembrano essere senza fine. Come se tutti all’epoca o si conoscessero o si frequentassero. Una donna come Lou poté essere al centro di un mondo di arte, musica, poesia e filosofia prima del tramonto avvenuto con la seconda guerra mondiale. Un mondo che davvero non fu più.

Da qui, l’inevitabile sentimento di invidia per chi ebbe la fortuna di poter vivere in un’epoca in cui nei due centri culturali dell’Europa, Parigi e Vienna, ogni strada, ogni caffè poteva essere un focolaio di creatività senza pari; la stessa epoca sembrava trasudare genialità.  

Oggi simili connessioni, relazioni o parentele, sono riscontrabili solo tra un calciatore, una soubrette, un cantante di basso livello e un attore di cinepanettoni... ed ecco motivato il sentimento dello scoramento.

Danilo Giorgi


1 commento:

  1. Concordo sull'innegabile fascino di vivere in un epoca così artisticamente variegata, ma non sarei così pessimista sul tempo che stiamo vivendo.
    Forse non sarà paragonabile per quantità e grado, ma sicuramente anche i nostri anni stanno facendo venire alla luce perle rare. Come sempre, ai posteri l'ardua sentenza.

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