23 novembre 2020

FILM - "La truffa del secolo" ("Carbone") di Olivier Marchal (Francia/Belgio 2017)


Tratto da una storia vera, in cui cinque uomini tra il 2008 il 2009 truffarono la Francia ed altri paesi europei frodando le tasse previste in materia di emissione di CO2, il film si sviluppa seguendo un registro stilistico a metà tra il giallo poliziesco ed il classico noir.

Ne deriva un'opera non troppo convincente ma comunque godibile, dai ritmi serrati e fluidi, ben recitata, in cui ciascun personaggio è ben rappresentato.

Buona la location, gli spazi interni ed esterni sono curati e la macchina da presa ne esalta contorni e contenuti.

Se il soggetto è azzeccato non altrettanto lo è, però, la sceneggiatura. I suoi tempi, infatti, risultano troppo affrettati, i colpi di scena si susseguono troppo rapidamente e ciò a scapito di una resa migliore dell'opera che, quindi, risulta come affaticata. 

E ciò dispiace perché gli attori ci sono (tra tutti G. Depardieu e B. Magimel), la storia  coinvolge destando un certo interesse e qua e là i riferimenti di spessore si intravedono. 

Conferma definitiva ne è la scena finale che denota una certa vis poetica allorquando il protagonista, prossimo alla fine, cita un antico proverbio arabo a mo' di leit motiv della sua vita ("...solo tre cose danno valore ad un uomo: l'autorevolezza, la ricchezza e la sfortuna. Io sono stato fortunato e sfortunato da conoscerle tutte e tre") e poi riconosce che quando si è stanchi la morte fa meno paura. 

A chi scrive questa scena non ha potuto non ricordare, con una certa nostalgia mista ad amarezza, quella conclusiva di Accattone di P. P. Pasolini. Ma, ovviamente, in quest'ultimo caso si tratta di un'opera magistrale, di tutt'altro spessore, valore e risonanza internazionale.

AleLisa

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