10 dicembre 2020

FILM sul tema "Fantasia e realtà" - Mondi fluttuanti (Utamaro o meguru gonin no onna di Mizoguchi Kenji - Giappone 1946)


Il termine Ukiyo (mondo fluttuante) venne coniato per indicare quell’effimero mondo delle grandi città del Giappone (Tokyo, Osaka e Kyoto) tra il  secolo XVII e il XIX, gravitante attorno ai quartieri popolari a luci rosse, con il suo universo di usi e tradizioni, espressioni artistiche e un linguaggio proprio. Un microcosmo insomma che appariva tuttavia un vero e proprio universo a sé. Il film di Mizoguchi Kenji, Utamaro o meguru gonin no onna (Giappone, 1946), racconta alcuni momenti della vita di uno dei più fenomenali e straordinari artisti di tale mondo, Kitagawa Utamaro (1753-1806). 

La sceneggiatura del film è indubbiamente giapponese, forse ostica per quanti non siano usi alla cinematografia di tal genere, come fortemente giapponese è la modalità, quasi teatrale, di recitare degli attori, diversa e distante dai nostri usuali parametri. Eppure il film è straordinariamente intenso e l’ambientazione scenografica nei quartieri a luci rosse - con la sua popolazione di cortigiane, attori di teatro, artisti di strada - rievoca fedelmente un mondo che a metà del XIX secolo verrà letteralmente spazzato via da una modernizzazione filo-occidentale forse troppo repentina e improvvisa per un Giappone che per circa due secoli e mezzo era rimasto del tutto chiuso ad ogni influenza esterna. 

Le donne di Utamaro (il numero non è casuale, ma richiama un famosissimo romanzo popolare dell’epoca di Ihara Saikaku) hanno tutte un diverso temperamento e carattere ma sono accomunate da una straordinaria bellezza. Gli artisti ukiyo, giocando sull’omofonia del termine buddista che indicava il mondo di sofferenze dell’esistenza, crearono un’arte dalla forte tematica ed essenza popolare, nella sua origine e nella sua fruizione profondamente permeata di quello spirito effimero e transitorio volto alla ricerca e al gusto del bello. 

L’anima decadente di tali artisti, che spesso rischiavano la vita per le loro opere controllate dalla severa censura del governo dei samurai, richiama indubbiamente i “nostri” decadenti, che più o meno nello stesso periodo, nell’altro capo del mondo vivevano una stagione del tutto simile. Ma non si può parlare certo di pura e semplice coincidenza. Le stampe giapponesi  arrivarono in occidente (il japonisme) e influenzarono sensibilmente l’arte e il sentire di molti artisti impressionisti. Un legame forte si creò tra due mondi che vivevano il tramonto di un epoca con lo spirito onirico di una ricerca assoluta e quotidiana di una bellezza in grado di arrestare la transitorietà dell’esistenza umana.

Danilo Giorgi      

3 commenti:

  1. La recensione stimola curiosità e invita alla visione del film, suggerisce inoltre di trovarci di fronte ad un raro gioiello cinematografico, ed in quanto raro praticamente introvabile ad oggi in una buona versione sottotitolata in italiano o in inglese. O almeno non sono riuscita a trovarla. Un indizio?

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    1. Il film è stato pubblicato in Italia dalla collana "RaroVideo" diversi anni fa. Per informazioni puoi vedere il sito: www.rarovideo.com.

      Da quello che so la raro video è fallita ma il DVD di potrebbe trovare in qualche negozio che abbia rimanenze o siti che trattano DVD...

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