22 ottobre 2012

FILM AL CINEMA - "Elles" di Malgoska Szumowska

Uno spunto di attualità (una giornalista di successo che intervista due prostitute) per un film a suo modo freddo, che ferma le emozioni all'interno di una rappresentazione distanziata, costruita su uno stile apparentemente documentaristico. In realtà la regista sta addosso ai personaggi in modo quasi claustrofobico, con piani ravvicinati che sembrano precludere loro una via d'uscita e che, al contempo, immergono forzatamente lo spettatore nel contesto. Ma non c'è autentico pathos né tanto meno trasfigurazione lirica: prevale il distacco di un'osservazione che sembrerebbe non giudicante. Questa apparente neutralità della messinscena è però tradita dall'emergere progressivo di un punto di vista chiaramente orientato e volutamente provocatorio.
La storia e la quotidianità delle due giovani prostitute vengono infatti rappresentate con un misto di voyeurismo e di fascinazione: la partecipazione emotiva dell'autrice emerge maggiormente nelle numerose sequenze dedicate ai rapporti sessuali, non prive di un insinuante erotismo, mentre la narrazione - pur esplicitando i motivi economici che hanno spinto le protagoniste a quel tipo di vita - propone due personaggi femminili fondamentalmente indipendenti, coscienti delle loro scelte, soddisfatti del loro tenore di vita e che raccontano i loro rapporti con i clienti con indifferenza, quando non con tenerezza o magari con un certo coinvolgimento. Non vengono mostrate espressioni evidenti di malessere (a parte qualche breve momento), non si avvertono segni di squallore e la violenza fa irruzione soltanto in una scena, senza sfociare però nella tragedia. Per contro, la vita della giornalista, col procedere della vicenda, assume sempre più i contorni della prigione soffocante (chiusa fra lavoro, difficoltà familiari e vuoti impegni mondani), tanto più in quanto contrapposta a quella delle due prostitute con le quali stabilisce un rapporto sempre più intenso. Esemplare, in tal senso, la scena della masturbazione, che non ha nulla di erotico e trasmette invece un senso di angoscia, insistendo sulla sofferta espressività di una coraggiosa Juliette Binoche priva di trucco, ripresa dall'inizio alla fine in primo piano dall'alto e con un'illuminazione che intensifica l'atmosfera opprimente. 
E' chiaro che un film impostato in tal modo difficilmente può lasciare indifferenti, in un senso o in quello opposto, a seconda delle inclinazioni personali dello spettatore. Può risultare interessante come spunto di riflessione volto a scuotere la coscienza senza lasciare facili certezze. In tal senso rientra in un ambito esistenziale molto più che sociale.
Pier

1 commento:

  1. Caro Pier, avevo in programma di vedere questo film e lo farò di sicuro a breve. Dopo aver letto la tua recensione sono molto curiosa di cononoscere gli effetti che la visione potrà produrrà su di me.

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