20 ottobre 2015

FILM al cinema - "Inside Out" di Pete Docter e Ronnie del Carmen

Il tanto osannato Inside Out presenta più di una pecca. Certo, il tentativo di uscire dai binari della solito cartoon c’è tutto ed è ben accetto, ma non basta questo per farne un capolavoro come i più vorrebbero. La vicenda narrata, infatti, mostra tantissime screpolature e l’infanzia della piccola protagonista è totalmente sconclusionata.
Viene da chiedersi quale possa essere la reazione intima di un bambino alla visione di un film come questo, in cui si viene mostrati come esseri in balia di una manciata di emozioni, prima fra tutte "Gioia" (che fa una fatica bestiale per quasi tutto il film a cercare di contrastare "Tristezza", che reclama spazio appena può). Sembrerebbe trattarsi di un film più adatto ad un pubblico adulto. Ma se questo fosse il vero intento (sotteso), come mai, però, non c’è nemmeno un accenno al concetto di consapevolezza e meno che mai a quello di coscienza? Dov'è il nostro vero senso critico, espressione anche del nostro concetto di moralità, che ci guida in tutte le scelte a prescindere dalle emozioni che ci sollecitano?
Insomma, ne risulta un quadro abbastanza deludente dell’essere umano nonostante tutte le buone intenzioni - visivamente rese con tante trovate e molti colori - degli autori del film.
AleLisa

3 commenti:

  1. Francesca Scialanga10/11/15

    Io invece non esco fuori dal coro delle recensioni più positive perché l'ho trovato adorabile. Per gli adulti è sicuramente un cartone dal contenuto più immediato e diretto... e quelli un po' più "colti" possono gustare anche la trasposizione delle teorie psicologiche sulle modalità di apprendimento, sulla costruzione della personalità dell'individuo, lo sviluppo dell'affettività.

    Vengono rappresentate le emozioni "di base", quelle più semplici immediate, quelle che in psicologia si chiamano primarie, appunto. Emozioni note a grandi e piccini. La scelta di escludere quelle più complesse, quelle dettate dall'etica, dalla morale, dalla crescita culturale personale è stata sicuramente necessitata dalla volontà di catturare un pubblico più ampio possibile.

    E secondo me l'obiettivo è stato raggiunto. Ho sentito di bambini che si sono divertiti, presi dai colori vivaci delle emozioni...si sono immedesimati nelle emozioni (ognuno - guarda caso - in rapporto alla propria età ha trovato facile immedesimarsi in Gioia o Rabbia)

    Il cartone rimanda un messaggio complessivamente positivo, semplice ed intuitivo: ogni emozione va vissuta e accolta per quello che è, positiva o negativa, senza farne un dramma. Le emozioni, tutte, non sono in competizione tra loro, anzi sono sostanzialmente tutte positive se pensate in relazione alla nostra capacità di viverle e concorrono tutte alla nostra crescita (al nostro bene). Nel cartone la tristezza è l'emozione che permette di entrare in empatia e superare i momenti difficili...grazie al sostegno della famiglia, degli altri...nel cartone ogni emozione ha il suo posto alla consolle...e nessuna corre a rubare il posto dell'altra.

    RispondiElimina
  2. AleLisa23/11/15

    La storia può divertire proprio perché ci coinvolge nel gioco e/o nel giogo delle emozioni primarie. E’ filmicamente ben costruita con luci, colori e trovate tali da farci anche ridere. Da qui il clamore ed il fascino suscitato in grandi e piccoli. Ma il dubbio resta. Pur nella bontà di voler rappresentare in modo semplice la naturale complessità della natura umana ci si ferma ad uno strato forse un po' troppo superficiale di ciò che complessivamente - appunto - siamo. Il che implica possibili distorsioni applicative e di comprensione delle stesse emozioni coinvolte.
    La Pixar Animation Studios ha avuto modo di rappresentare in modo più coerente e convincente il mondo delle emozioni. Si pensi ad esempio al film Wall-E: il protagonista, spalancando la porta alle proprie emozioni (fino ad innamorarsi di Eve), ci apre anche alle nostre, più genuine, immediate e dirette. E, anche in quel caso, il film era destinato a grandi e piccoli.

    RispondiElimina
  3. Ho visto il film in dvd e mi è piaciuto parecchio. Certo, non si può cercare nella storia una verosimiglianza che non è propria del cartoon fiabesco oppure un'organizzazione dei contenuti che abbia un'inattaccabile coerenza logica. "Inside out" parte da spunti molto interessanti e li sviluppa attraverso il gusto della fantasia sfrenata e della creatività a briglia sciolta. Il risultato colpisce sia la mente che l'emotività dello spettatore. Notevole, sia dal punto di vista estetico che esistenziale

    RispondiElimina