21 aprile 2016

PER UNA BIBLIOTECA CHE AIUTI A VIVERE - Viaggi d'Occidente

(contiene spoiler)

La connessione di tutte le cose (The little book) di Selden Edwards
Un romanzo che fa viaggiare nel tempo e nello spazio, ambientato com'è tra gli Stati Uniti, l’Inghilterra e l’Austria lungo un arco temporale che va dalla fine dell’800 ai giorni nostri. All’inizio il coinvolgimento può non essere immediato ma, se ci si fa prendere dal racconto, la lettura diventa sempre più scorrevole. Gli spunti sollevati sono molteplici (politici, psicologici, spirituali), anche se si può avere la sensazione che manchi un vero e proprio punto focale della vicenda: il quale, piuttosto che in una certa tematica, è da rintracciare nell'affresco di un secolo di civiltà occidentale e nei mutamenti di prospettiva culturale che si sono susseguiti. In tal senso il libro è in grado di suscitare una profonda catarsi nel lettore contemporaneo, il quale può riconoscersi figlio del percorso evocato dalla trama, al di là del fatto di soffermarsi o meno sui singoli temi o sulle specifiche vicende.

Il porto dei sogni incrociati (Drömmar vid havet) di Bjorn Larsson
Un viaggio esistenziale in questo caso, anche se l'aggancio reale non manca. Un capitano senza fissa dimora, che, con la sua nave, tocca diversi porti europei e coinvolge emotivamente quattro individui, spingendoli a mettersi in discussione. Nonostante il romanzo sia ben scritto e contenga spunti interessanti, il risultato lascia perplessi. Nel corso della lettura si avverte più volte il rischio che l'autore indulga in qualche stereotipo di troppo nel disegno dei personaggi e nello sviluppo della vicenda. E l'epilogo non convince neanche in termini esistenziali, risultando un po' sconfortante, soprattutto dopo le premesse apparentemente consolatorie disseminate lungo tutto l'arco narrativo.

Treno di notte per Lisbona (Night train to Lisbon) di Pascal Mercier
Il viaggio stavolta riguarda un intellettuale svizzero di mezza età che improvvisamente dà una svolta alla sua vita, seguendo il richiamo interiore che lo porta a Lisbona, sulle tracce della storia di un altro personaggio che ha vissuto lì diversi anni prima. Il tema è affascinante, lo sviluppo narrativo coinvolge e la lettura è densa di riflessioni filosofiche che ben si intrecciano con il tratteggio delle atmosfere, il disegno dei caratteri, la definizione degli ambienti. Il romanzo è permeato da un senso di avventura, di scoperta, come anche di spaziosità, di orizzonti che si aprono, di possibilità inedite. Ma il finale aperto può risultare deludente per chi ha seguito con partecipazione la vicenda: è troppo indefinito da una parte, incline alla malinconia dall'altra. Al lettore potrebbe venire da chiedersi: ma come, dopo avermi condotto fin qui, mi si pianta in asso senza una conclusione e per di più con una scena dai tratti un po' cupi? In tal senso il risultato, se sotto il profilo estetico è di indubbio valore, dal punto di vista esistenziale lascia qualche dubbio. Viceversa, l'omonima trasposizione filmica del libro di Mercier, di cui ci si è già occupati su questo sito, se cinematograficamente potrà essere considerata da qualcuno più convenzionale rispetto al modello letterario da cui prende le mosse, veicola però un messaggio che può aiutare maggiormente a vivere, in parte proprio attraverso il completo stravolgimento dell'epilogo.

Pier

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