"La felicità non è una meta da raggiungere ma una casa a cui tornare...tornare non andare". Il piccolo grande film di Gianni Amelio racchiude in questa frase - attribuita ad un poeta arabo e citata da uno dei personaggi - tutta la sua preziosa bellezza. L'amore è ad un passo, sempre, eppure resta impossibile da realizzare sino a tracciare una profonda linea di dolore nel cuore e sfociare in tragedia. Due famiglie mai veramente esistite sono la premessa, necessaria, di solitudini vertiginose; così tutto ciò che si fa nella vita diventa solo una scusa per farsi volere bene.
Un film intimo, acuto, toccante, scritto ed interpretato benissimo, in cui il dolore, pur se sprofonda nell'animo, non dispera e lascia spazio ad una sofferta flebile speranza.
AleLisa
Ciao Ale e bentornata su Cinequale!
RispondiEliminaSul film di Amelio la mia opinione è completamente diversa dalla tua... Io l'ho trovato un film desolante: vicenda tragica, atmosfere opache, narrazione lenta...unica nota positiva l'interpretazione di Renato Carpentieri, veramente notevole...