9 ottobre 2018

FILM al cinema - "Opera senza autore" ("Werke ohne autor") di Florian Henckel von Donnersmarck

(1. contiene spoiler 2. eccede le dimensioni medie delle recensioni di questo sito)

Affresco storico, saga familiare, romanzo di formazione di un artista, thriller politico-esistenziale, saggio di riflessione estetico-sociale, forse anche poema dai risvolti spirituali, Opera senza autore è un film dai molti significati e segna il ritorno del regista tedesco al grande cinema, dopo dodici anni da Le vite degli altri.
La vicenda intreccia inestricabilmente le esistenze di diversi personaggi (tra i quali vittime e carnefici) con grande perizia combinatoria e senso della suspense. Dall'impatto emotivo emerge spontaneamente la riflessione, più come un senso di progressiva comprensione che si insinua nello spettatore che come calcolata elucubrazione razionale (ed è proprio questo uno dei tratti distintivi della grande arte). Come lo stesso protagonista, che arriva a riscoprire quelle che sono le radici del vissuto suo personale, familiare e di un'intero paese grazie alla creatività artistica, con una modalità in buona parte inconscia - neanche lui stesso è consapevole del senso degli accostamenti che produce - e attraverso il voluto occultamento delle sue autobiografiche fonti di ispirazione, con un procedimento di esplicita falsificazione - in grado di rivelare paradossalmente una verità più universale - che si contrappone alle manipolazioni dell'arte mostrate lungo tutto l'arco del racconto: prima l'ideologia nazista sull'estetica degenerata, poi il realismo socialista della DDR del dopoguerra, fino al vuoto e narcisistico autocompiacimento concettuale delle avanguardie occidentali degli anni '60 (con l'eccezione del professore che, dietro l'apparenza da dandy bizzarro nasconde una sua saggia umanità, che è in grado di ispirare il suo studente a trovare la propria strada). Forse nella descrizione di quest'ultimo periodo il ritmo narrativo risente di qualche piccola lungaggine che però non pregiudica minimamente l'equilibrio dell'insieme.
Alla fine resta un enigma interpretativo. Se si osserva il disegno dei personaggi si nota una certa accuratezza nella caratterizzazione psicologica degli stessi. Il protagonista invece è tratteggiato con una modalità diversa da quella usata per tutti gli altri. Nella prima scena che lo presenta adulto lui dichiara alla sua famiglia di aver avuto una sorta di esperienza mistica e di aver compreso la teoria del tutto (tale argomento non è poi mai più ripreso per il resto del film). Successivamente è descritto secondo quello che si potrebbe definire un doppio registro: da una parte è chiaro che si tratta di un uomo dal talento non comune, psicologicamente ed affettivamente stabile, sicuro di sé, capace di mettersi in discussione, di perseguire i propri obiettivi e di raggiungerli; dall’altra c’è una parte di lui che rimane indecifrabile e sfugge a qualsiasi determinazione, rasentando l’incomprensibilità. Il suo sguardo e la sua espressione non subiscono evidenti alterazioni di fronte agli eventi spiacevoli; non reagisce di fronte alla supponenza ed alle angherie del suocero ed è evidente che il motivo non è la paura; accetta finanche di buon grado qualche provocazione. E’ una manchevolezza della sceneggiatura o un indizio di un raggiunto equilibrio spirituale, che si ricollega alla sua illuminazione giovanile e si esprime attraverso una modalità equanime di fronte agli eventi?

Pier

2 commenti:

  1. attilio17/10/18

    Trovo molto interessante e condivido il commento generale, le puntualizzazioni psicologiche sono ineccepibili e scavano nel carattere dei personaggi, tuttavia mi sembra che manchi attenzione all'amore forte e decisivo della moglie nel corso degli eventi.

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    1. Grazie per l'apprezzamento. Sì, è vero che il rapporto con la moglie non è analizzato nell'articolo (l'unico riferimento si può trovare nell'aver definito il protagonista "affettivamente stabile"). Penso sia inevitabile che una recensione sia parziale e non tratti tutti gli spunti possibili, soprattutto nel caso di un'opera cinematografica così ricca di significati. Proprio per questo sto cercando - attraverso la diffusione via mail delle mie riflessioni - di suscitare un dibattito su questo film: il contributo di altri mi può aiutare a comprendere meglio ciò che non ho colto o focalizzato. Ad esempio sarebbe interessante approfondire anche un altro aspetto che - volutamente - non ho trattato, quello delle vicende reali alle quali la sceneggiatura si è ispirata…

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