26 febbraio 2019

FILM al cinema - "Arrivederci Saigon" di Wilma Labate

Nessuno o in pochi conoscono la bizzarra storia delle Stars, gruppo musicale tutto al femminile che nel 1968 volò fino a Saigon per intrattenere, con il suo black-sound, i giovani soldati americani mandati a combattere in Vietnam. Storia tanto sconosciuta quanto oggetto di vergogna per le cinque ignare protagoniste (una delle quali non è presente nel docu-film per non avervi voluto partecipare), "ree", qui in Italia, di essere atterrate nella parte "sbagliata" del Vietnam, quella del Sud, deputata a sconfiggere per mano americana l'esercito rosso del Nord di Ho Chi Min.
Il montaggio consente una resa efficace e coinvolgente del racconto. Tante le immagini di repertorio quante le vittime che si intravedono un po' ovunque.
Il dramma è riassunto nelle parole di chi all'epoca era ancora minorenne (solo una delle intervistate non lo era) e che tornò in Italia di colpo adulta (qualcuna con qualche ferita interiore di troppo). Nulla avevano immaginato di quello strano viaggio che anziché portarle in Estremo Oriente le radicò per ben tre mesi nel bel mezzo di una guerra tremenda con lo scomodo compito di allietare gli animi - insieme ad altre donne, più avvenenti, in bikini - di giovani sprovveduti ed inconsapevoli come loro. Piccole donne figlie di una nazione ancora capace di resistere alla crudezza degli eventi seppure costrette a convivere a colpi di bombe e di soul con una realtà terribile, testimoni del razzismo imperante anche sui campi di battaglia (i primi a partire per il fronte erano, infatti, gli afroamericani) e capaci di scendere da un pulmino perché ad un ragazzo come loro, ma di colore, era stato negato di salire. 
Il documentario si lascia vedere senza scossoni. Non ci sono, infatti, immagini cruente. E non ce n'è bisogno. La musica e le parole bastano davvero a descrivere anche quello che non si vede.

AleLisa

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