18 febbraio 2019

FILM al cinema - "Green book" di Peter Farrelly

Molti sono gli incontri fortuiti che capitano nella vita. 
Pochi però sono fortunati come quelli tra il rozzo Tony Lip - buttafuori squattrinato sempre in cerca di soldi - ed il raffinato (ma anche un po' tronfio) Don Shirley, asso senza pari del pianoforte nell'America razzista dei "favolosi" anni '60.
L'incontro si realizza chilometro dopo chilometro tra paesaggi affascinanti e cittadine strette nella morsa della segregazione.
L' avvicinamento tra i due, lento ma - si intuisce subito - inevitabile, segue il ritmo di un viaggio inaspettato e delle note musicali, suadenti, che lo accompagnano.
La storia di Tony e Don Shirley cresce al passo del loro intimo maturare, catturando poi in un batter d'occhio tutta la nostra attenzione. A tratti diventa anche commovente (ma senza retorica e risibili sentimentalismi) ed evoca un vero e proprio viaggio dell'anima (in particolare, quello di Don Shirley, umiliato nel cuore e nel godimento dei diritti civili più elementari).
Ciascuno apre e concede una parte di sé all'altro, che, dopo le iniziali comprensibili resistenze, pian piano la accoglie, sganciandosi dal ruolo che il duro vivere gli ha assegnato.
Tutto poggia su una sceneggiatura impeccabile e sulle interpretazioni eccellenti dei due protagonisti.
Una commedia brillante e molto divertente alla quale resta giocoforza legato, dirimpetto, il tema irrisolto della discriminazione e del dramma che ne consegue.

AleLisa

1 commento:

  1. Ciao Ale, ho visto al cinema questo film - che nel frattempo ha vinto l'Oscar - e mi è piaciuto. Ben scritto, diretto ed interpretato, "Green book" affronta temi esistenziali e sociali, approfondendo i caratteri dei protagonisti, dando una particolare attenzione alla rappresentazione d'ambiente e non mancando del ritmo narrativo necessario al coinvolgimento dello spettatore.
    Lo trovo quindi un film riuscito, che mantiene le sue promesse, dando allo spettatore ciò che si aspetta, forse con una certa prevedibilità, a causa del suo esplicito collocarsi nel solco delle convenzioni "di genere" che abbiamo già visto in altre analoghe opere hollywoodiane degli ultimi anni.

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