Commedia familiare allargatissima che, a partire da un'eredità, coinvolge una cinquantina di persone, delle quali un gruppo di cinque è designato come portavoce di tutti: alle loro vicende si alterna la narrazione della vita della loro antenata, che ha conosciuto Monet nella Parigi della Belle Epoque.
Garbato, dal ritmo abbastanza scorrevole seppur troppo lungo, con personaggi ben disegnati, una fotografia luminosa e attori in forma, il film di Klapisch si colloca appieno nell'ambito del cinema che può aiutare a vivere meglio, raccontando una vicenda in fondo edificante nel senso migliore del termine. Ma non convince fino in fondo per l'approccio calligrafico della messinscena (sia narrativa che figurativa) e per l'impressione del già visto tipica delle opere di maniera, che si riallacciano ad altro cinema (basti pensare al Woody Allen di Midnight in Paris). Questi aspetti potrebbero far sì che lo spettatore non riesca a coinvolgersi appieno emotivamente e si senta portato per mano attraverso un compito ben fatto ma eseguito un po' "a tavolino".
Resta comunque un'opera godibile e curiosa nella sua rappresentazione nostalgica del passato.
Pier
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