16 dicembre 2013

FILM AL CINEMA - "In solitario" ("En Solitaire") di Christophe Offenstein

Avviso: l'articolo rivela dettagli della trama del film
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Yann si prepara ad una regata intorno al mondo: circumnavigazione in solitario, gara importantissima che ha un grande valore simbolico nell'essere umano che dovrà competere con le forze naturali dell'oceano...e quindi, perché no, con se stesso. A terra, ad attenderlo, come nelle migliori storie di "avventure di viaggio", c'è la piccola Lea, figlia tenera ed in crisi da lontananza paterna ma amorevolmente sostenuta dalla matrigna , la compagna di Yann. Quando il navigatore solitario si fermerà alle isole Canarie per riparare un guasto alla barca, un profugo di sedici anni, Mano, ne approfitterà per salire a bordo di nascosto. Quando lo skipper si accorgerà della sua presenza la barca ormai sarà in alto mare. Yann sa bene che le regole per vincere impediscono di avere a bordo chiunque, quindi l'intenzione, dopo lo sgomento della sorpresa e la rabbia, sarà quella di liberarsi civilmente dell'ospite inatteso facendolo approdare da qualche parte possibile a terra. Ma ciò non avviene. Yann sembrerebbe un duro ma il suo buon cuore si dimostrerà presto ed in ogni occasione. La navigazione prosegue. Tra i due il confronto è fatto di poche parole, però la rigorosa solitudine che è il fulcro del "percorso" svanisce e la condivisione trionfa. Allegorico no?!
La sapienza della regia è quella di non eccedere: il mare si manifesta in tutte le sue espressioni ma non diventa mai tragedia o esasperazione. Viviamo insieme a Yann una navigazione "giusta", professionale, appassionata (ma non troppo) e non priva delle sue bellezze, come i tramonti che la piccola Lea riceverà dal papà puntualmente. Il finale è prevedibile... 
Il regista Christophe Offenstein ci regala un film esteticamente bello, dall'incedere equilibrato, senza traumi. Affascinante la barca a vela planante dalle grandi prestazioni. L'oceano, essendo l'elemento scenografico totale, contribuisce in maniera fondamentale all'equilibrio del film. Anche François Cluzet protagonista si intona perfettamente al clima e ai buoni sentimenti da me comunque pienamente condivisi.
Simona Ciammmaruconi

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