13 dicembre 2013

FILM AL CINEMA - "Il paradiso degli orchi" ("Au bonheur des ogres") di Nicolas Bary

A Natale, in una Parigi scoppiettante di vitalità, ci addentriamo in un grande magazzino. Benjamin funge da capro espiatorio: i prodotti acquistati risultati difettosi passeranno attraverso l'ufficio del direttore che a sua volta, dopo che lo avrà strapazzato, minaccerà di licenziamento il povero Ben. Lui subirà l'umiliazione al cospetto del cliente che però si impietosirà e rinuncerà a fare eventuali cause per l'acquisto fallato. Ma tutto questo è una routine, una messa in scena preordinata dove i ruoli sono ben definiti. Intanto strane quanto devastanti e mortali esplosioni si verificano all'interno del grande magazzino, mettendo in moto l'inchiesta della polizia che sospetta di Benjamin, visto che tutte le prove vertono inequivocabilmente su di lui (ovvio no?).
L'equilibrio perfetto sta nel coniugare un thriller vero e proprio con l'originalità e la dolcezza della vita: il personaggio di Malaussene è una creatura allegra, serena e apparentemente stravagante. Lui vive con i fratelli e le sorelle in una situazione bizzarra dove regna la curiosità ed il gioco strano e variegato della vita. Ovviamente i servizi sociali sono pronti ad intervenire ma non è facile ingabbiare il mondo fantastico, quindi imprendibile, della famiglia Malaussene. Il film prosegue con le ricerche del dinamitardo responsabile e dal canto suo Ben, rompendo le regole, si avventura nella ricerca della verità coadiuvato da "zia Giulia", una giornalista interpretata da Berenice Bejo. Questa attrice la ricordiamo bene nel ruolo di Peppy Miller in "The Artist": è positivo rivederla libera dal ruolo precedente e quindi reinventata nelle vesti di una femmina incantevole che farà girare la testa di Ben.
In quest'opera il surreale entra nel reale in misura perfetta, delicata, in una storia dove gli orchi esistono, eccome! La truculenza si confronta con le sfumature del gioco ed è attraverso il gioco (fuori e dentro il cinema) che possiamo comprendere e scavalcare le brutture dell'infanzia irrisolta. Ci aiuta a vivere.
Dal romanzo di Danie Pennac un film che consiglio vivamente e che si lascerà guardare col sorriso sulle labbra. Interpretato da Raphael Personnaz, uno splendido attore che fa del suo personaggio un Malaussene capace di stupirsi dolcemente, senza effetto recitante lezioso o divistico. Il regista è giovane: Nicolas Bary. Nelle sale ancora per poco: sono in arrivo i cinepanettoni. 
Simona Ciammaruconi

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