22 ottobre 2014

FILM - "Registe" di Diana Dell'Erba

Come dichiarato esplicitamente dall'autrice, il tema del film è un pretesto per parlare di un mestiere al femminile. In Italia gli studi di genere sono scarsi - ci viene ricordato durante la visione - e quest'opera intende porsi come contributo in tal senso. La struttura è quella del docu-fiction, che alterna parti in costume dedicate alla napoletana Elvira Notari (considerata la prima regista donna in Italia, attiva nel primo trentennio del '900), momenti poetici ed interviste, montate in successione, a numerose registe italiane contemporanee, nonché ad alcune figure della critica cinematografica (anch'esse quasi tutte al femminile, con l'unica eccezione di Gian Luigi Rondi).
Si parla di cinema ovviamente, di difficoltà incontrate, di creatività, di spiritualità. Il risultato è coinvolgente e lascia arricchiti. Può aiutare notevolmente a vivere nella misura in cui ci permette di osservare la realtà con un'ottica diversa e spesso - ancor oggi - trascurata. Non si può certo negare che la storia della nostra cultura (artistica, filosofica, religiosa) è soprattutto una storia al maschile e nuovi orizzonti di significato forse possono arrivare da una sensibilità diversa con la quale (ri)leggerla e continuare a scriverla. In tal senso "Registe" apre la mente ed espande la coscienza attraverso numerosi contributi intensi e partecipati (da Cecilia Mangini a Wilma Labate, da Francesca Comencini a Giada Colagrande, da Cinzia Th Torrini a Francesca Archibugi, per citarne solo alcuni).
Pier

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