17 giugno 2012

MUSICA - Lezione-concerto di Ludovico Einaudi il 2/6/2012 all'Auditorium

Si sa, la musica va ascoltata, non narrata né descritta. Eppure, nelle composizioni di Ludovico Einaudi (uno tra gli esponenti più apprezzati della musica classica contemporanea), le note costituiscono un flusso narrativo nel quale ogni soffio emotivo riesce ad affacciarsi e ad esprimersi con piccoli tocchi e soavi arpeggi sfiorati sulla tastiera.
Einaudi - nipote del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e figlio dell’editore Giulio Einaudi - subisce il fascino della musica fin dall'infanzia attraverso la madre: la ascolta suonare il piano dal muro che separa le loro stanze. Ci racconta che lei suonava quasi seguendo pensieri vaganti al di fuori della scrittura musicale. 
E' lui stesso, timido e introverso, a narrarsi in una lezione-concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma dal titolo "La creatività in musica", accompagnato dal suo Tigre (è il nome del suo pianoforte Steinway). Riempie quasi due ore di questa serata con musica dalla poetica dolcissima, sottile fin quasi ai limiti dell'impalpabilità, diafana a tratti, lasciando volentieri al pubblico, che lo ascolta quasi in religioso silenzio, la più ampia e libera interpretazione di ciò che racconta. Ci conduce per mano, sorseggiando the in una piccola ciotola cinese, all'interno di una sua giornata compositiva, in cui la creatività timidamente si affaccia, prova a materializzarsi in qualche nota e si fissa sul pentagramma in una melodia in cui i pensieri, le evocazioni dell'Africa lontana, le radici del pop e del rock si contaminano tra di loro. Rivive con noi i suoi ricordi lontani, dalle esercitazioni con il suo maestro Luciano Berio alle prime sperimentazioni che lo portarono insieme a Cecilia Chailly (pioniera dell’arpa elettrica) a scrivere "Le Stanze", fino ai molteplici tentativi di dar forma alle emozioni attraverso percorsi alternativi alla composizione musicale di tipo tradizionale. 
Pian piano, addentrandosi nell'ascolto, si realizza che la sua è una musica che appartiene ad una dimensione temporale indefinita, in cui si intrecciano diverse epoche e culture musicali: la canzone popolare, la tradizione classico-romantica, il jazz, il rock, il minimalismo e l’elettronica...ma anche culture extra-occidentali con alcune delle quali la sua musica condivide la tendenza alla ripetizione, determinando nell'ascoltatore quasi un effetto ipnotico. Ed infine dialoga con la letteratura, con la pittura, con il cinema, evocando paesaggi sonori, storie e memorie antropologiche. La sua arte dei suoni insegna a trovare una strada che conduce verso la conquista di gocce di armonia e felicità.
Carla Costanzi

2 commenti:

  1. Ho apprezzato molto la lezione-concerto di Einaudi, che non conoscevo quasi per niente. Da profano, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua capacità di tenere desta l'attenzione e di toccare delle corde emotive per circa due ore... La sua modalità dimessa ed intimistica di raccontarsi, gli spunti esistenziali lanciati agli spettatori (che dall'amore per l'arte lasciavano trasparire l'amore per la vita), la sua musica delicata e trascinante... E' stata per me una scoperta di un autore interessante.

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  2. "Dall'amore dell'arte lasciavano trasparire l'amore per la vita".
    Il tuo commento esprime al meglio quale era l'obiettivo che mi prefissavo proponendo ai fans di Cinequale (soprattutto ai non addetti ai lavori)la lezione-concerto di Einaudi.Grazie Pier per averlo comunicato !

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