10 gennaio 2013

FILM AL CINEMA - "La regola del silenzio" ("The company you keep") di Robert Redford


In una città degli Stati Uniti d'America un giovane superintraprendente giornalista scopre che un famoso ricercato per un delitto a sfondo politico (una banda armata rivoluzionaria aveva ucciso negli anni '70 un poliziotto durante una rapina compiuta per autofinanziarsi) vive sotto falso nome da più di trent'anni svolgendo l'attività di avvocato. Ovviamente scoppia il caso e l'FBI si mette sulle tracce del professionista che ora ha una bambina da mettere al sicuro portandola da suo fratello. Inizia la caccia all'uomo.
Il film manca di tensione, il protagonista appare simpatico al punto che questa simpatia sembra celare qualcosa... Non sveliamo altro per non privare lo spettatore di una eventuale "sorpresa" qualora ci fosse. Però, con tutto il rispetto dovuto al grande Redford, il film risulta impolverato di retorica, impreziosito da buoni sentimentalismi nostalgici ma vecchiotti, un po' forzati: la bambina...la verità...la lealtà...gli anni che passano...gli ideali che restano...chi eravamo...io ti cerco e tu mi trovi...e chi siamo ora. Il tutto esteticamente privo di brillantezza. Compreso Robert.
Buone intenzioni ma, se non ci si tiene incollati alle poltrone del cinema, noi spettatori oggi possiamo parlare d'altro. Il cast è eccellente ma...non si realizza. 
Simona Ciammaruconi

1 commento:

  1. Confezione aggiornata ai tempi per un impianto narrativo volutamente retrò: la commistione in questo caso è riuscita ed il film è avvincente, almeno per buoni tre quarti. Il ritmo non manca e la suspense cattura l'attenzione, merito innanzitutto di una sceneggiatura costruita con solido mestiere proprio nell'adattarsi alle convenzioni di un certo tipo di cinema americano di impegno civile, che coniuga spettacolarità e temi politico-sociali (si tratta ormai di un genere a se stante). E, come opera di genere appunto, “The Company You Keep” non si può dire che non sia riuscita, salvo il calo della tensione che si avverte man mano che ci si avvicina all’epilogo. L’accuratezza formale (dalle atmosfere alla colonna sonora) si accompagna ad un cast superlativo. E’ un piacere veder entrare in scena uno dopo l’altro, nel corso della progressione del racconto, attori di calibro nel ruolo degli anziani trent’anni dopo (dallo stesso Redford a Susan Sarandon e a Nick Nolte, da Sam Elliott a Julie Christie, da Richard Jenkins a Brendan Gleeson), affiancati a giovani di talento quali Shia LaBeouf, Terrence Howard, Anna Kendrick e Brit Marling, senza dimenticare il ruolo “mediano” di Stanley Tucci.
    Il problema per alcuni è forse che da Redford regista ci si aspetta qualcosa in più di un prodotto di intrattenimento più o meno riuscito. E, a seguire il film sotto il profilo tematico, non si può ignorare una certa dose di retorica e qualche cliché di troppo… Ma per chi cerca un buon thriller dal tocco “old style” - con annesso spunto informativo su una pagina di storia recente - “The Company You Keep” può essere un’opera che soddisfa le attese.

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