27 febbraio 2017

FILM al cinema - "Acquarius" di Kleber Mendonça Filho

(contiene spoiler)

Il film si divide in capitoli, il primo dei quali - ambientato negli anni ’80 - ci mostra la protagonista da giovane, circondata dai suoi affetti, dopo che ha appena affrontato un intervento chirurgico per un tumore al seno. La ritroviamo poi ai giorni d’oggi, donna ultrasessantenne che non ha perso la bellezza e la femminilità, alle prese con un’impresa edile che vorrebbe indurla a vendere il suo appartamento, l’unico rimasto abitato dell’intera palazzina.
Acquarius è ricco di motivi interessanti, dal tratteggio delle atmosfere all'approfondimento dei personaggi, dal tema della memoria a quello dell’impegno civile. A non convincere è però proprio la sovrapposizione di diversi registri narrativi, che vengono affastellati dalla sceneggiatura senza che poi si fondano in un percorso filmico coerente. Il risultato assomiglia ad un ibrido e può lasciare spaesato lo spettatore. Di cosa si tratta? Di un ritratto esistenziale di una musicista non più giovane? Di un’opera corale su diverse generazioni di una famiglia? Di un film di denuncia sulle speculazioni edilizie? Più o meno tutti assieme, senza che nessuno prenda il sopravvento e senza arrivare neppure ad una sintesi tra i tre. Ed il finale che non conclude, lasciando in sospeso, non aiuta la comprensione.
Nonostante questa carenza il film, come si diceva, ha al suo attivo diverse qualità, che ne possono rendere appassionante la visione: soprattutto la descrizione di un personaggio e di un mondo umano svolta con estrema sensibilità ed accuratezza, grazie innanzitutto all'intensa prova di Sonia Braga, eccellente nel ruolo della protagonista. 
Pier

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